Può una circostanza dolorosa, qual è indubbiamente un evento luttuoso, rendere ancora più unita una comunità? A parere dello scrivente, sì. I casi del genere, recenti e non, a livello locale ma non esclusivamente, sono molteplici. L’ultimo, solo in ordine di tempo, è di queste ore: la scomparsa del professore Samuele Minisci.
Tutti, indistintamente, siamo rimasti profondamente dispiaciuti alla notizia della morte dell’uomo e del professionista, poiché tanti di noi, per motivi differenti e in periodi diversi della vita di ciascheduno, hanno avuto modo d’incontrarlo e apprezzarlo. Personalmente, lo ricordo la prima volta, allorquando io ragazzino, ne feci la conoscenza nel luogo-simbolo della sua esistenza: la chiesa Maria Santissima delle Grazie, nel cuore di Corigliano Scalo, nelle cui immediate vicinanze il professore abitava con la sua famiglia. L’ultima volta, qualche tempo addietro, lo rividi proprio lì, all’interno dell’ottima salumeria della zona.
La comunità coriglianese, nella sua interezza, oggi ne ricorda l’impegno profuso, da sempre e per sempre, nel mondo dello sport: dalla sua presenza nella Polisportiva Corigliano al ruolo di docente di Educazione Fisica, all’attività pluridecennale nelle sue palestre, apprezzati e frequentati punti di riferimento per più generazioni di concittadini. Cosa dire, poi, del suo carattere? Allegro, schietto, simpatico, altruista, generoso.
La figura e l’opera del professore Minisci sono indissolubilmente legate alla storia della Stazione coriglianese. Seppur orgogliosamente fiero delle proprie origini di Vaccarizzo Albanese, il Nostro è stato, infatti, testimone e finanche protagonista dell’evoluzione di questa importante area del territorio comunale, non lesinando mai preziosi consigli a quanti ricoprivano ruoli di responsabilità politica e istituzionale. Tra le sue indiscusse capacità, certamente, quella d’essere in grado di parlare con i giovani, mantenendo sempre un dialogo costante intessuto delle doti di sincerità e affabilità.
E così, in tempi di decadenza di valori e impoverimento dei rapporti sociali, s’erge, ai miei occhi ma non solo, l’immagine di quest’uomo e il suo esempio. Ciao professore Minisci, icona di sport e simpatia.
FABIO PISTOIA