E’ dal 28 settembre scorso che P. Giovanni Cozzolino, Minimo coriglianese, per la dovuta obbedienza all’Ordine, è stato trasferito a Pizzo Calabro come Correttore e Parroco di quella Comunità. Un segno predestinato, forse… Di Pizzo era nativo Padre Antonio Arena, beneamato “Superiore” e nostro Cittadino Onorario, deceduto tra noi il 5 gennaio 2017 proprio tra le braccia di P. Cozzolino… Giovanni – come amavo ed amo chiamarlo – giunse qui nell’ottobre 2016,
quando ancora si respirava l’aria dei Solenni Festeggiamenti per il VI Centenario della nascita di San Francesco di Paola. Storico e studioso del suo Santo, comprese che non tutto era compiuto di quel Programma civico e religioso, patrocinato e predisposto, con Delibera, dalla Giunta Comunale presieduta da Giuseppe Geraci e del quale io ero Vicario. Infatti, già allorquando presenziai al suo insediamento come Parroco, gli confidai che … qualcosa era rimasta in sospeso … Lui, di botto, disse che dovevamo portare a compimento ciò che mancava. Avevamo, infatti, già intitolato la Via al Paolano e ai suoi Figli, era stata riaccesa, per le mani del Sindaco e dei Sindaci del passato, la Lampada che arde in San Francischjello, era stata ripristinata l’antica delibera del Decurionato del 28 aprile 1836 con la quale il Santo veniva eletto, “a furor di popolo” Patrono principale di Corigliano perché a Lui si attribuì lo scampo della Città da quel terribile terremoto. Mancavano, ancora, l’apposizione delle lapidi con inscritte le lettere del Taumaturgo ai procuratori coriglianesi su Ponte Canale, la Stele in c/da Prastìa, luogo dal quale San Francesco comandò all’acqua di dirigersi verso il borgo, l’attestato di benemerenza ai laici che si prodigarono per il Ritorno dei Minimi nel 1950 e a quanti, a vario titolo, sostennero e promossero il culto patronale che culmina con i Festeggiamenti del 25 aprile. E fu così, che per le intese dell’Amministrazione del tempo e la Comunità Minima, retta dal grande Padre Francesco Di Turi, oggi chiamato ad essere Vicario Provinciale, tutto fu portato a compimento: il 13 gennaio 2017 – la foto ne ritrae un momento sotto Ponte Canale – furono apposte, in maniera solenne, le lapidi con estratti delle lettere scritte dal Santo ai Sanseverino; il 22 aprile, fu scoperta la Stele nei pressi del Bosco dell’Acqua e, il 30 giugno, fu consegnata ai benefattori, alla memoria, una Pergamena di Gratitudine e riconoscenza imperitura. In quell’occasione, poi, fu presentato il libro sul miracolo dell’acqua e fu intitolato il Sagrato a Fra’ Giovanni Laganà, laico minimo e amico e maestro di tante generazioni di giovani. E da quell’evento ultimo, P. Giovanni sentì la “chiamata” ad erigere la Cappella del Santo, oggi visitata da tutti, che esalta la Gloria del Paolano, circondata dai Santi e Beati dell’Ordine, dai Minimi che, dal 1950 ad oggi, hanno offerto il loro servizio alla Quarta Casa, dai Benefattori del Santuario e dei Padri.
Tutto ciò è stato fatto perché … la Storia non sia dimenticata, le nostre radici di Fede non siano recise, la Memoria Storica non naufragasse e non affondasse nel mare dell’oblìo … perché i giovani, attraverso le immagini e gli scritti potessero rivivere quanto di bello e di santo è stato fatto nel corso degli anni e dei secoli … alla faccia di una becera secolarizzazione e di una globalizzazione i cui effetti, oggi, sono visibili a tutti…!
Padre Giovanni, da coriglianese verace e autentico, si è assiso al tavolo di quanti “… venuti in mezzo a noi…” hanno prediletto la conservazione del patrimonio cultural-religioso della nostra città, senza distruggere o abolire ma proteso verso la valorizzazione e la purificazione delle tradizioni. E di tutto questo, per me, per noi, per l’intera città, è troppo poco dirgli GRAZIE!
Franco Oranges