E’ stata presentata nei giorni scorsi, presso il Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro – CNEL, la campagna “Mano al volante, occhio alla vita”, promossa dal Moige – Movimento Italiano Genitori con il contributo della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento per le politiche antidroga. Obiettivo: sensibilizzare oltre 8mila ragazzi e 15mila tra genitori e docenti delle scuole secondarie di secondo grado di 10 regioni italiane sul tema dell’incidentalità stradale, correlata all’uso di alcol e droghe.
L’iniziativa vuole centrare l’attenzione dei media sul tema fondamentale dell’educazione stradale e dei rischi derivanti dall’uso di alcol e droghe anche per prevenire ogni forma di incidentalità stradale causata dalla guida in stato di alterazione psicofisica; inoltre, si è discusso anche della grande diffusione che stanno avendo in questi mesi gli shop di cannabis “legale” e delle conseguenze che esse possono avere nella banalizzazione del consumo di droghe, e quindi sull’incremento di incidenti stradali.
A tale proposito il Moige insieme all’Istituto Piepoli ha realizzato un’indagine sulla percezione del rischio di incidenti stradali causati dall’uso di alcol e droghe, e sui rischi connessi dalla presenza massiva dei cannabis shop sul territorio nazionale. L’indagine sulla percezione dei genitori sul pericolo di alcol e droghe connesse alla guida, realizzata dall’Istituto Piepoli , ha un campione di ricerca costituito da 1518 adulti.
Questi i risultati. Il 39% dei genitori italiani con figli tra i 14 e i 19 anni ha evidenziato la paura che i propri figli possano essere coinvolti in un incidente stradale e il 31% che facciano uso di droghe e abuso di alcol. Una cattiva dinamica di gruppo è la principale colpevole dell’uso di droghe e alcol tra i giovani. A pensarlo sono i genitori (47%), ma soprattutto i non genitori (59%), che danno un peso importante anche alla possibilità di trasgredire (39%) e divertirsi (45%), ritenute cause più marginali dai genitori (entrambe al 27%), che invece attribuiscono un peso superiore alla noia (28%).
Secondo 6 intervistati su 10, l’apertura di negozi dedicati alla vendita di cannabis legale potrebbe contribuire a incrementare la propensione dei giovani a fare utilizzo di sostanze stupefacenti. Un timore particolarmente forte tra i genitori.
Se per quanto riguarda le cause, genitori e non genitori, pur con qualche distanza, testimoniano una sorta di comune sentire, la divaricazione tra le due categorie risulta più evidente sui metodi di prevenzione dell’utilizzo di alcol e droghe prima di mettersi alla guida: come evitarlo? Per i genitori, la risposta sta in prima battuta nel buon esempio da dare ai figli. Anche il controllo, però, ha un ruolo importante. Diversa l’opinione dei non genitori, che credono principalmente nel dialogo e nella responsabilizzazione dei più giovani.
Famiglia e scuola, in quest’ordine, sono secondo gli italiani i principali attori della lotta all’utilizzo di alcol e droghe prima di mettersi alla guida. Un ruolo preminente viene dato all’istituzione familiare, il cui ruolo è considerato addirittura molto importante da 9 intervistati su 10, mentre solo 6 su 10 attribuiscono pari valore al ruolo dell’istituzione scolastica.
Il ruolo della scuola è ad ogni modo vissuto come importante da 9 cittadini su 10 (in questo caso in maniera pressoché identica tra genitori e non genitori) e sembra essere da lì che gli italiani si aspettano la soluzione. La metà dei genitori di figli di età compresa tra 14 e 19 anni dichiara di non essere a conoscenza di campagne di sensibilizzazione al tema nelle scuole. Un genitore su due: un grande mare ancora da battere e conquistare per la scuola italiana.
“In conclusione, per l’opinione pubblica – spiega Livio Gigliuto, Direttore Centro Sud di Istituto Piepoli – lo spettro dell’uso di droghe e alcol prima di mettersi alla guida è secondo solo al grande archetipo della salute. Gli italiani credono nei figli e fanno sui giovani profezie positive, ma hanno paura delle cattive compagnie e del fattore-noia. Per genitori e non genitori italiani il controllo serve ma non basta, occorrono ascolto e fiducia, a scuola e in famiglia”
Elenco delle regioni coinvolte nel progetto: Abruzzo (7 scuole nelle città di Chieti, Pescara, Sulmona, Roseto degli Abruzzi e Teramo), Basilicata (1 scuola nelle città di Pescopagano), Calabria (2 scuole nelle città di Corigliano e Cosenza), Campania (5 scuole nelle città di Afragola, Caivano, Caserta, Gragnano e Salerno), Emilia Romagna (2 scuole nelle città di Bologna e Rimini), Lazio (6 scuole nelle città di Pomezia, Roma, Ronciglione e Sora), Lombardia (3 scuole nelle città di Pioltello, Mantova e Rozzano), Piemonte (2 scuole nelle città di Alessandria e Chivasso), Puglia (3 scuola nelle città di Alberobello, Andria e Manduria), Sicilia (9 scuole nelle città di Catania, Palazzolo Acreide, Lentini, Mussomeli, Castellammare del Golfo, Bronte, Palermo e Sant’Agata di Militello).
Fabio Pistoia