(da “il Giornale” del 03 07 2017)
Il 1943 fu un anno indimenticabile,sotto molti aspetti. Tuttora non mi so capacitare di come,appena decenne, potessi essere coinvolto in avvenimenti così importanti, legati agli sconvolgimenti di un conflitto mondiale. E tanta parte della mia vita potesse essere condizionata, paradossalmente,dall’incalzante storia di quel momento. Forse,subire la storia,è un po’,anche,partecipare alla storia.
Frequentavo la quarta elementare e,per consuetudine di famiglia,si usava fare il “salto”cioè,evitare di frequentare la quinta,preparandosi a sostenere un esame che faceva accedere,con un anno di anticipo,alla scuola media. Cioè si recuperava un anno (allora non c’era la primina).
La mattina frequentavo la scuola ed il pomeriggio lo passavo dall’insegnante che,coscienziosamente,mi dava lezioni per il grande “passo”,oltre che aiutarmi nei compiti scolastici.Fu un lavoro sproporzionato alla mia età,ma lo ricordo sempre con grande nostalgia.Ho imparato tutto, non solo ai fini scolastici,ma anche di cultura generale.
A fine aprile la grande sconvolgente notizia.Quell’anno, per via degli sconvolgimenti bellici,dei disagi economici, dei bombardamenti e delle difficoltà ad assicurare una efficiente presenza delle commissioni esaminatrici,fu emanato un Decreto Ministeriale che aboliva l’obbligo di sostenere gli esami di Stato,per cui,la “maturità” liceale si conseguiva per scrutinio.
E non solo.Non c’era più obbligo di esami per la licenza elementare,per cui,dalla quinta elementare si accedeva direttamente alla media per scrutinio.Analogamente, avvenne per la licenza di terza media e per la licenza ginnasiale.
Il mio caso,invece,esulava da tutto il contesto. Volevo guadagnare un anno? Bene.Però dovevo sostenere gli esami. E feci quegli esami,a dire il vero ,con la consueta severità. Anzi,visto che eravamo ben pochi,la commissione ebbe a disposizione molto tempo per torchiarci.
Ricordo la scena degli aspiranti alla maturità scientifica di Corigliano,tutti assiepati davanti al portone d’ingresso del liceo,in attesa dell’affissione dei quadri dei risultati.
Il preside,Bruno,una figura mitica per cultura,canizie ed imponenza fisica,resosi conto del patema d’animo degli allievi,anticipò i risultati,leggendo ad alta voce,sul piazzale antistante,l’esito degli scrutini,scandendo nome e cognome di ogni candidato seguito dalla parola magica:Licenziato.
Ad ogni risultato.un urlo di gioia e salti di contentezza. Sembrava,lì per lì,una sanatoria che,dato il difficile momento, gratificava tutti,bravi e meno bravi ed anche mediocri,con un salvifico giubileo.E invece?
Invece posso garantire che quei giovani,dopo aver frequentata l’Università,con tutti i disagi bellici e postbellici, una volta laureati,costituirono il nucleo fondante della nostra società,annoverando ottimi professionisti,tutti bravi e coscienziosi.
Avemmo così una classe di medici,ingegneri,architetti, docenti,e funzionari di altissimo livello da fare invidia a quelli di altre epoche,sia passate che future. Magari ne avessimo,ancora oggi,di quei “giubilati”.
Ernesto SCURA