Il Consiglio comunale celebrato l’1.2.2016 rimarrà nella storia della Città di Corigliano e solo la storia ci potrà dire se ciò che abbiamo votato è stato un bene o un male. Tuttavia, come non sottolineare le contraddizioni di chi nei propri interventi ha manifestato la contrarietà alla fusione e ciononostante l’ha votata. Come non evidenziare coloro i quali hanno votato positivamente poiché altrimenti che figura ci facciamo con Rossano (sic!).
E inoltre come non ricordare coloro i quali hanno detto che bisogna andare oltre ciò che è accaduto nell’ultimo anno tra Rossano e Corigliano. Le scelte ad esempio in senso contrario rispetto alla stazione unica appaltante che Rossano ha deciso di farla con Longobucco oppure l’incapacità di accordarsi per la presidenza della Provincia ceduta volentieri a quei Cosentini che, dicono, vengono a prendersi i voti e poi dimenticano tutte le problematiche del territorio più ricco della provincia di Cosenza. Ancora una volta in Consiglio Comunale è andata in scena la superficialità e la mancanza di progetto. D’altro canto questa Amministrazione ha mai avuto un progetto? Ha mai manifestato una idea di come intende ricostruire questa città all’indomani dello scioglimento per mafia! No questa parola non ci piace! Non intendiamo riflettere sugli errori commessi. Anzi chi siede oggi in Consiglio Comunale, negli alti scranni, faceva parte del precedente Consiglio sciolto! Ma è meglio dimenticare e pensare al futuro….. Ma quale? Avrei dovuto votare il nulla o meglio l’idea della Fusione, ma non un progetto di fusione tra le due città di Corigliano e Rossano. Avrei dovuto votare la fusione poiché questa porterà maggiori risorse economiche sul territorio e riporterà quei servizi che via via vanno scomparendo. Non credo alle favole e soprattutto non credo che questi politici, me compresa, siamo in grado di esprimere qualcosa di buono per noi! Poiché è sbagliato l’approccio superficiale. Non abbiamo il senso della comunità. E in questi anni non abbiamo fatto nulla per iniziare ad essere Comunità! E questo già all’interno del nostro territorio. Non credo che il Comune quanto più è grande meglio opera. Spesso i Comuni grandi sono fonte di spreco e sperpero. Il caso di Roma è sotto gli occhi di tutti. Uno studio del Ministero degli Interni identifica che i comuni più efficienti sono quelli con una popolazione compresa tra i 7.500 e i 12.000 abitanti. Il Comune non va visto solo come “finanze” ma deve avere un’anima, garantire coesione sociale, rispetto dei più deboli, promuovere e valorizzare le peculiarità. E questo lo si realizza con più facilità nelle piccole realtà. Pensiero anacronistico? Anche a questo proposito la risposta la darà la storia. In ogni caso ribadisco di nuovo con forza la necessità che, prima di andare in Consiglio, doveva essere fatto uno studio di fattibilità poiché questo avrebbe permesso di elaborare un progetto del nuovo Comune che attualmente non c’è. La delibera che è stata approvata è carente sotto molti aspetti poiché a parte le enunciazioni di principio non indica affatto in che modo si procederà a questa fusione. Sicuramente come qualcuno ha scritto sarò dimenticata. Questo però lo stabilirà la storia e certamente non i giornali! Adesso quel che più inquieta è che attualmente vi è un progetto di legge della giunta regionale della Calabria che intende, adeguare la legislazione regionale calabrese a quella delle altre regioni, prevedendo che, nel solo caso di consultazione per la fusione dei comuni, deliberata dai rispettivi consigli comunali, il referendum sia valido a prescindere dal numero dei partecipanti, rilevando soltanto la maggioranza dei voti validamente espressi. Questo potrà significare che alla fine la fusione dei Comuni di Corigliano e Rossano sia decisa da una percentuale bassissima di elettori. Ma vi è di più. Tenuto conto che nella delibera non si parla neppure del nome che verrà dato al nuovo Comune anche questo verrà deciso da pochi. In sostanza cari cittadini di Corigliano ci troveremo senza la nostra martoriata città per volontà di una oligarchia che ha deciso di svendere, anziché impegnarsi per ricostruirla, la nostra sia pur debole identità. E a questo io non ci sto.
Elvira Campana – Consigliere Comunale di NCD