Sono passati quasi dieci mesi da quando, giorno 11 febbraio 2015, con apposita richiesta scritta protocollata alla cortese attenzione del Sindaco Dott. Giuseppe Geraci, dell’Assessore alla Cultura Tommaso Mingrone e della Commissione comunale preposta, chiedevo l’intitolazione di una via, strada pubblica, largo o piazza del nostro Comune in memoria dei “Martiri delle Foibe” e dell’esodo istriano-dalmato-giuliano.
Ho decisamente apprezzato il Sindaco Geraci quando da parlamentare, agli inizi di febbraio 2003, unitamente al gruppo di Alleanza Nazionale di quella legislatura, propose l’istituzione del Giorno della memoria e della testimonianza in ricordo delle terre d’Istria, di Fiume e della Dalmazia, nonché degli esuli giuliano-dalmati.
La mia istanza altri scopi non perseguiva se non quelli di informare e sensibilizzare le coscienze dei nostri concittadini, con particolare riguardo proprio alle nuove generazioni, circa avvenimenti tragici come furono il massacro delle Foibe e l’esodo istriano, volutamente omesso dall’istruzione “tradizionale” per tanti, troppi anni.
Oltre al favorevole responso del nostro Primo cittadino – per la verità impegnato in altri incarichi più urgenti rispetto ad una intitolazione di via pubblica – confidavo nel positivo accoglimento da parte dell’Assessorato alla Cultura e nell’intervento a supporto, anche indiretto, di consiglieri comunali facenti parte della maggioranza consiliare che, da quanto si è appreso da articoli riportati sulle testate d’informazione locali, sembra ormai pubblicamente orientata a destra.
Pensavo, con la richiesta del febbraio scorso, di suscitare interessamento, riguardo un cosi tragico episodio della nostra Storia, principalmente nei giovani consiglieri rampanti e scalpitanti che supportano il Sindaco, sempre presenti in occasioni di mondanità politica anche non strettamente locali. Cosi, purtroppo, non è stato.
I mass media locali ci riportano notizie di giovani esponenti di maggioranza più che altro interessati a discutere di candidature e bizzarre investiture per il dopo Geraci ed a ricercare, quasi spasmodicamente, anche oltre confini, padrini e madrine, anziché impegnarsi concretamente in cose di interesse reale per la cittadinanza. Spero siano solo astratte congetture poiché la politica, quella seria coerente e concreta, è ben altra cosa.
Sperando, per l’ennesima volta, nell’interessamento e nella successiva approvazione della richiesta, auguro a tutti buon lavoro.
Acquaviva Gian Battista