Prima di tutto voglio esprimere tutto il mio dolore per la morte di Angelo Foggia, ci eramo persi di vista, per lunghi anni non ci siamo frequentati, ma in questo momento tragico, la memoria va a quelle lunghe discussioni fatte davanti all’ Ariston nei lunghi pomeriggi estivi. Sorseggiando o una granitina o un latte di mandorla, discutevamo, come possono fare due giovani che hanno idee, anche se diverse, che non hanno secondi fini se non quello di vivere in un paese civile,
in maniera animata ma sempre nel rispetto della persona e dell’ educazione. Un senso di angoscia e di rabbia mi assale, non si può morire in questo modo.
Ciao Angelo.
Ritornare ad affrontare i problemi del vivere quotidiano è duro, ma credo che, per come me lo ricordo, Angelo Foggia, sarà contento del fatto che per questo paese, nonostante tutto, ci sia affetto e desiderio di civiltà ed equità.
Scrivo perché ho letto due post, uno di Caravetta e l’ altro di Corrado che presi senza conoscerli, non si può che condividerli, ma poi uno si ricorda dell’ esperienza della giunta precedente e della posizione che i due avevano nei confronti del sindaco Straface e si domanda : Qual’ è la differenza tra la giunta Straface e la giunta Geraci? Quali diversità cosi profonde ci sono da modificare completamente la loro posizione? Ho detto, in precedenza, che, secondo il mio modesto parere, Geraci non è adeguato al bisogno politico che ha il paese e quindi questo mio commento non è una difesa dell’ attuale giunta, ma penso che questa inadeguatezza sia figlia proprio di questo pressapochismo culturale, politico e sociale di chi potrebbe essere , con schiena dritta, promotore di operosità e proposta politica.
E’ vero, abbiamo una classe politica, di destra, di sinistra e anche di centro, senza idee, senza programmi, senza prospettive, che gestisce in maniera orrenda il patrimonio comunale e fa scelte, volendo essere buono, inopportune, ma questa classe politica è figlia del livello sociale, culturale e civile delle persone che votano, che frequentano la politica e che usano le loro facoltà cognitive ad uso e consumo personale . Da buon contadino so che, germoglia bene o germoglia male, alla fine si raccoglie sempre quello che si semina.
Mario