Se l’istruzione annunciasse una rivoluzione culturale nel modo in cui percepiamo l’atto quotidiano dell’andare a scuola, allora sì che questo paese sarebbe diverso. Intanto, perché farebbe diventare usuale, per chi è stato, a diverso livello, studente, dire a chi oggi sta nei banchi, quando non sciopera, che se è riuscito o no a stare a galla in questa società lo deve anche al fatto concreto di aver frequentato un preciso e determinato istituto, con i suoi pregi e i suoi difetti, e non altri.
E poi perché, di conseguenza, la stampa potrebbe riportare nell’elenco dei fatti essenziali della vita di un politico, anzitutto le tappe della sua istruzione e poi i pettegolezzi.
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