Chi più chi meno nel corso degli anni, per i motivi più svariati, ha avuto a che fare con quei politici calabresi attualmente sulla breccia. Al sottoscritto, nel 2009, è toccata l’esperienza vissuta con Mario Oliverio, che il prossimo 23 novembre concorrerà per la poltrona di Governatore della Regione Calabria.
Una esperienza che a distanza di cinque anni posso dire quando mai negativa, soprattutto sotto il profilo dei rapporti umani. Infatti nelle elezioni provinciali del 6 e 7 giugno 2009 mi sono candidato con la lista “Autonomia e diritti” che sosteneva la candidatura a presidente di Oliverio che poi, come ben sappiamo, venne eletto. Ricordo che in quella circostanza per ben due mesi tappezzai la mia Renault Twingo colore bordeaux con manifesti di Oliverio, girando in lungo e in largo il territorio per cercare consensi ed alla fine, senza l’aiuto di nessuno, ma solo con le mie conoscenze sono riuscito ad ottenere circa 500 voti, che ritengo non siano pochi, anche perché, lo ripeto, non avevo apparati di partiti, sindacati o potentati economici alle spalle, ma la gente decise di votarmi per stima personale, tutto qui. Ebbene da allora il “presidente” Oliverio non ha mai sentito il dovere morale almeno di farmi una telefonata per dirmi “grazie Giorgio per quello che sei riuscito a raccogliere”. Dato che non lo faceva lui, ho cercato io di contattarlo, prima direttamente per telefono, addirittura fino a qualche giorno fa, ma inutilmente, e poi personalmente recandomi presso la sua segreteria dove, come Renzo di manzoniana memoria, mi sono presentato con un’attenzione in mano che consegnai all’allora factotum di Oliverio, Franco Iacucci, proprio allo scopo di rendersi parte attiva a farmi parlare con il presidente. Ma non se ne fece nulla. Ho provato anche con l’ex assessore ai trasporti Forciniti, ma ancora nulla e infine con il coriglianese Salvatore Modesto, che so essere in stretto rapporto con Oliverio, ma anche Modesto non è riuscito nell’intento. Questo mio non è uno sfogo, me ne guarderei bene, ma è la constatazione di un comportamento assolutamente ingiustificato da parte di un personaggio che ancora oggi ha il coraggio di affermare di essere al servizio della gente e per la gente, e che, guarda un po’, vive tra la gente. Io di tutto ciò non me ne sono proprio accorto, eppure, come dicevo, sono stato vittima del suo mistificare politico, rivolto soprattutto “all’usa e getta”, ti usa fino a quando gli servi e poi ti dà il benservito. Ho voluto raccontare ciò per invitare gli elettori coriglianesi e calabresi ad aprire bene gli occhi il prossimo 23 novembre, perché Mario Oliverio non è il nuovo, ma è soprattutto il rappresentante principe di quel modo di fare politica in Calabria che ha distrutto il territorio, ma che soprattutto ha fatto perdere la fiducia nello Stato e nelle istituzioni, visti sempre più come prenditori, vessatori e mistificatori.
Movimento Centro Storico: Un progetto per non morire
Giorgio Luzzi