Dichiarazione dello stato di crisi della pesca calabrese, da accompagnare al varo urgente di un piano sperimentale per la pesca del rossetto e del cicerello con il decollo dell’Osservatorio regionale, per fronteggiare l’emergenza socioeconomica che attraversa il settore. E’ quello che chiede, attraverso una nota stampa, il Coordinamento regionale di Lega Pesca Calabria, che rilancia così un forte appello per richiamare l’attenzione della Regione su queste emergenze ormai non ulteriormente rinviabili.
“Ma nel mentre nella vicina regione Puglia – dichiara il Responsabile regionale di Lega Pesca Salvatore Martilotti – decollano diversi progetti pilota con particolare attenzione alla piccola pesca costiera per piani sperimentali del rossetto ed “anche del bianchetto”, ai pescatori calabresi resta la delusione di nessun intervento concreto”. A parere del Coordinamento regionale di Lega Pesca, per fronteggiare la grave crisi in atto, si rende urgente una nuova e più convinta assunzione di responsabilità da parte di tutti i soggetti in campo. “La nostra Associazione, – continua Salvatore Martilotti – in spirito propositivo è pronta a collaborare con la regione per il rilancio delle azioni a sostegno del settore, che ancora una volta vogliamo ricordarlo è attraversato da una crisi gravissima, (in cinque anni, – 110 imbarcazioni, – 800 occupati, – 14 milioni di euro il valore della produzione), che sconta in Calabria un cronico ritardo strutturale. Una crisi su cui si sono abbattuti, dopo il bando delle spadare e di fatto delle ferrettare, gli impatti dei nuovi divieti comunitari, come quello delle pesche speciali (bianchetto e rossetto), che ha messo in ginocchio intere marinerie. E’ bene inoltre ricordare che l’attività delle pesche speciali ha sempre rappresentato, oltre che una specificità della gastronomia regionale, tanto che il bianchetto viene definito “il caviale calabrese”, anche una significativa forma di integrazione del reddito di un cospicuo numero di operatori. L’impossibilità di praticare tale attività dal 2011 sta avendo conseguenze devastanti per questo segmento della pesca calabrese. Il grido d’allarme che giunge dai piccoli pescatori costieri della nostra regione è, del resto, il simbolo di una crisi che deve preoccupare perché ha colpito al cuore le marinerie storiche dei due litorali calabresi. Per tentare di uscire dalla crisi, tra l’altro, risulta fondamentale – continua Salvatore Martilotti – anche cogliere l’opportunità, prima della fine della programmazione in atto, di ottimizzare le risorse Fep per puntare maggiormente sulle misure che si inquadrano in una strategia di rilancio del settore, come i progetti pilota e le misure di sostegno socioeconomico, mentre per le misure di sviluppo locale dell’Asse 4, tra cui spicca il ruolo strategico dei Gruppi Azione Costiera, l’appello alla regione è di vigilare sulla corretta gestione dei Gac/Flag per scongiurare che diventi una ulteriore occasione persa per la pesca calabrese”.
Giacinto De Pasquale