Da movimento Amico a Liberi Ausoni il tragitto è stato breve, più breve ed indolore sarà stato per lei “cons. Gioacchino Campolo”l’approdo in Forza Italia. D’altronde non c’è da meravigliarsi più di niente, oggi si vive in un trasformismo politico continuo, pare che persino Grillo l’abbia capito. In questi tempi sono in tanti ad avere una opinione tutta propria del concetto di libertà e di appartenenza ad una ideologia politica.
C’è chi lo fa per puro opportunismo, chi crede che oramai le ideologie le si possano mercanteggiare per lucro personale e chi “sono in pochi” lo fa perchè convinto che lottare è l’unica strada rimasta in questa situazione attuale. La logica suggeriva che lei, assieme a quei tanti valorosi giovani continuaste a dare speranza a quei tanti che a suo tempo le avevano dato fiducia affinché si verificasse quella azione radicale e propositiva che partisse dal basso e mettesse in discussione la logica dell’amministrare la cosa pubblica o gli stessi partiti in base alle convenzioni personali, agli interessi personali, invece ha mollato il timone, si è arreso, ha creduto che non era più tempo di lottare. Ero convinto che a differenza della politica locale che non ha mai fatto una scommessa educativa, civile e morale dei cittadini elettori, colpa di un potere di blocco che ha impedito di fatto alle associazioni, ai movimenti ed alla maggior parte dei cittadini la partecipazione alla vita dei partiti popolari, per dirla con la costituzione hanno impedito nei fatti ai partiti di svolgere formazione sociale, lei assieme ad altri giovani potevate dare una impronta nuova al modo di fare politica. Al contrario il suo movimento, se d’accordo con la sua posizione, ha confermato se c’è ne era bisogno, di rafforzare il reale impegno dei politici locali, che è stato sempre quello dell’arricchimento personale, di una combriccola o di un notabilato con il solo fine di perpetuare il vecchio. Oggi parole come: Siamo disponibili a condividere un progetto politico futuro che parli di rilancio della città; oppure pronti a costituire un tavolo di discussione permanente per ragionare insieme, pur con le rispettive diversità sul futuro del territorio, oppure ancora: stufi di un vecchio modo di fare politica, o ancora, intendiamo spenderci per il bene comune fanno capire che lei non ha perso tempo ad appropriarsi del becero politichese, sia esso che provenga da destra, da sinistra e da centro e che da 20 anni riesce a prendere per il sedere gli italiani. I fatti dicono che i politici locali, al di la dei soliti e buoni propositi diventano prodighi di consigli e belle parole stranamente quando finiscono all’opposizione o quando non fanno più politica perché l’elettorato gli ha voltato le spalle, al contrario dovrebbero interrogarsi sul proprio operato prima di sentenziare quello degli altri; si chiedessero se il loro modo di governare il comune e la città sia riuscito o no a trascinare Corigliano fuori dalla palude economica e sociale in cui oggi affoga. Basterebbe aprire gli occhi per rendersi conto che si vive in una città dove regna l’anarchia, dove le regole, le leggi per un vivere civile, per uno stile di vita sociale degno di essere chiamato tale vengono disattese, violate giornalmente. L’abitudine come buttare la spazzatura al di la degli orari previsti e fuori dai cassonetti, vedere gli stessi colmi di materiale che potrebbe essere riciclato è diventato una abitudine oramai consolidata, avere un centro storico che per le condizioni in cui versa non attira turisti oramai non fa più notizia, parcheggiare l’auto in divieto di sosta e per giunta in prossimità di una curva, trattare il territorio al pari di una discarica, immettersi con l’auto o con la moto in una strada in cui vige il divieto d’accesso, parcheggiare in zone vietate, accumulare materiali inerti sui marciapiedi o ai lati della strada, eseguire lavori senza autorizzazione e controlli degli organi competenti sono infrazioni che si verificano giornalmente e sotto gli occhi di tutti. Se accade ciò è perché le istituzioni, la politica, al di la dello scarso senso di civiltà di chi viola le leggi, al non rispetto per la città, al non controllo capillare del territorio non ha creduto su un progetto di trasformazione sociale, sul rigore morale, alla partecipazione popolare e a prevenire il malcontento sociale, nei fatti il modo di fare politica ha fatto sì che si è perso il contatto con la realtà poiché impegnata a spremere i cittadini dal punto di vista fiscale, ma soprattutto si è dilettata e si diletta spesso a perpetuare il potere anche ricorrendo a pratiche ostruzionistiche e utopiche nei confronti di chi oggi governa la città,”oggi è la destra, ieri il centro sinistra”. Nessuno all’epoca ed oggi ha inteso denunciare la politica ed i responsabili quando si è trattato di “regalare” quasi un milione di euro a ditte interessate alla messa in sicurezza della discarica di COTRICA, oggi mausoleo al degrado ambientale e probabile minaccia alla salute visto il continuo versamento di pergolato nelle campagne circostanti e il torrente Coriglianeto. La politica, come non si è preoccupata di mandare in dissesto le casse comunali, non ha ritenuto opportuno interessarsi a pieno nemmeno della problematica e del conferimento dei rifiuti verso la suddetta discarica. Se a tanti queste nostre riflessioni possono sembrare puerili e sterili, poco importa, i fatti dimostrano il contrario, un esempio per tutti è il degrado in cui versano le frazioni, una fra tutte Schiavonea, una realtà che fatica a decollare dal punto di vista di attrazione turistica, anche questa volta ci tocca assistere alla ennesima occasione persa, al di la del come la possano pensare i politici e al di la di chi sono le colpe, la realtà purtroppo è questa.
Per il movimento centro storico: Un progetto per non morire. Luzzi Giorgio.