E’ giunto il momento di andare oltre i distingui interni, bisogna lottare per l’affermazione della verità che non solo è negata ma anche dissimulata e stravolta
Il centrosinistra frammentato in mille diverse entità partitiche, distinti in molti movimenti civici, frazionato in diversi capicorrenti debbono capire che questa Citta’ merita altro, deve compiere quel “passo” strategico e reale verso il futuro. Ma per farlo deve partire da quello che è. Per fare tutto ciò occorre chiarire molti “aspetti” (fenomeni ed eventi) del passato che hanno segnato a “dito” questa comunità, che hanno affievolito l’orgoglio di appartenervi, che hanno appesantito la speranza.
Il centrodestra è da decenni che in questa città, grazie anche all’abilità (se così possiamo definirla!) di mutare aspetto e travestirsi di altri abiti diversi rispetto a quelli vestiti il giorno prima, col risultato di confondersi con la società civile – le liste civiche dell’On. Geraci a questo sono servite – sta facendo il bello e il brutto tempo. Tutto con la grande capacità di negare la verità, di occultare alla vista altrui i “danni” da loro propinati.
Il Comune soffre, la città piange. La popolazione non vive una bella realtà. I cittadini sono chiamati sempre a subire e a patire le scelte, e in alcuni casi, anche le non scelte, dell’amministrazione comunale. I nostri amministratori parlano bene, promettono il futuro intanto uccidono il presente. Grazie alla loro superficialità si continuano a perdere tempo e opportunità di sviluppo e di crescita. Difatti cercano di sobbarcare alla meno peggio il lunario, si cerca di vivere nell’ordinarietà, senza pensare a un progetto per il futuro, senza occuparsi di una seria programmazione atta a intercettare nuove risorse finanziarie. Come dire: non hanno un minimo di idea di città, un minimo di dinamicità progettuale da tramutare in progettazione.
I loro discorsi che offrono in pasto ai media locali sono infarciti di retorica che non si lascia mancare una certa presunzione. Il loro cavallo di battaglia è il vittimismo, utile per giustificare tutto ciò che non fanno, tutto quello che non predispongono anche in termini di servizi.
In questa sede vorrei soffermarmi non su questi aspetti che sono arcinoti, tanto da essere additati come una grande anomalia tutta nostra, tanto da essere diventata la normalità dell’a-normalità, bensì sulla questione politica che ha determinato questo maledetto scenario e che ancora lo regge.
Infatti chi amministra la città, chi in maniera diretta chi in maniera indiretta, ha la responsabilità politica di aver sostenuto, o avvallato, la precedente compagine politica che ha portato il nostro comune ad essere commissariato per infiltrazioni mafiose. E con lo stratagemma delle liste civiche queste responsabilità si sono ‘aggirate’, celandole con altro, mescolando il tutto dietro altri sembianze e simboli (civici, appunto!).
Tutto questo, ovvero questa meschina operazione politica è stata possibile fintanto che è risultata anche vittoriosa (nonostante a quelle elezioni è andato a votare soltanto il 40% degli (elettori) aventi diritto) solo e grazie al frazionamento dello schieramento del centrosinistra.
Il sindaco Geraci nonostante negli ultimi vent’anni sia al suo terzo mandato cerca di auto-discolparsi da ogni responsabilità amministrativa, principalmente per quelle che afferiscono il disastroso stato che caratterizza il bilancio comunale.
E pure, a ben guardare gli atti, ci sono delle precise responsabilità politiche.
Per non parlare poi della stagione dei commissari prefettizi iniziata proprio per precise responsabilità politiche, nel 2000, e guarda sempre in seguito a un preciso “atteggiamento” dell’allora sindaco Geraci. La stessa superficialità politica ha fatto si che tutto ciò si ripetesse nel 2006, e poi ancora, anche se per altri motivi, nel 2011.
Senza dilungarmi più di tanto, anche perché ormai tutte queste cose sono così note che appartengono all’ovvietà, ecco il punto dove intendevo arrivare: centrosinistra, in quanto naturale controparte dell’attuale compagine politica, ha la responsabilità politica e civile di riportare luce su quei punti oscuri che ancora, nonostante tutto, permangono nella poca chiarezza politica di questa compagine politica che amministra la Città.
E allora ecco che tocca proprio a questi farsi portavoce di questa esigenza etica, politica e sociale.
Per farlo occorre che il principale e più la più grande componente, il Partito Democratico, ritrova al proprio interno una sintesi, non solo di facciata, ma sostanziale tra le sue differenti sensibilità. Per intenderci bisogna andare oltre le stesse correnti. Per intenderci i vari Algieri, Pacenza, Genova devono sedersi attorno a un tavolo e a sei occhi dirsi e chiarire tutto ciò che c’è che li disunisce e stabilire un percorso comune in nome dell’unità del Partito che è propedeutica a quella di tutta la coalizione.
Infatti una volta che si riesce a resettare il tutto, si deve convergere, unitamente, facendo un blocco
unico, ovviamente con i differenti pensieri ma con un’unica strategia, a coinvolgere quelle personalità che nel tempo il centrosinistra ha lasciato, o perso, per strada e penso al professore De Rosis, o Leonetti etc. etc.
Se il centrosinistra riuscirà ad arrivare a questo equilibrio, allora Corigliano potrà sperare di ritrovare se stessa. Solo così si potrà avviare una nuova stagione, politica e culturale, in grado di fare chiarezza su cio’ che con tanta affabile ipocrisia viene abilmente, ogni giorno, occultato da quegli stessi personaggi politici che nonostante sono sulla scena da una vita vogliono far ricadere le responsabilità di tutto ciò che di male c’è e vive la città sugli altri.
Difatti solo se si aprirà una discussione, reale e non fittizia, su alcuni temi – come lo Scioglimento degli organi istituzionale del comune per infiltrazioni mafiose; b) origine del “dissesto” finanziario del Comune, il causa/e dei tanti commissari prefettizi arrivati in citta’ negli ultimi vent’anni – il Comune potrà a definitivamente archiviare questa brutta stagione politica per iniziarne una nuova… edificata sulla verità e non sulla falsa modestia infarcita da ignoranza e ipocrisia (sempre politicamente parlando).