Il Quotidiano della Calabria (A pag 7 dell’edizione odierna) rompe lo “strano “silenzio che si accompagna ad un evento che invece meriterebbe una adeguata discussione collettiva: la legge elettorale regionale. A decidere per quasi duemilioni di cittadini calabresi, con quali regole esprimere il consenso saranno tra pochi giorni i capogruppo dei partiti presenti in consiglio regionale.
Di un consiglio regionale nel complesso piuttosto delegittimato, per restare nell’alveo di un linguaggio contenuto , decimato dalle inchieste giudiziarie recenti e remote,nonchè ben lontano dalla originaria rappresentazione, al riguardo basterebbe confrontare l’album fotografico dei companenti attuali rispetto agli eletti di quattro anni orsono.Ci sono fondati motivi per ritenere che le ispirazion di fondo saranno piuttoso spicciole rispetto alle esigenze di rappresentazione delle complessità dei problemi da “rappresentare”nel futuro consiglio regionale.E’ noto l’aforisma di Alcide de Gasperi “Un politico guarda alle prossime elezioni.Uno statista guarda alla prossima generazione”. E mi sembra che di statisti in giro per la Calabria se ne siano visti pochi negli ultimi decenni…!!Ad eccezione di pochi spunti informativi,le forze politiche hanno scelto il silenzio piu’ assordante su questa delicatissima pagina. Alcune proposte di ricalco del “Porcellum” fortunatamente sono state respinte sul nascere. Sembra inconcepibile, ma si riscontra una certa impermeabilità culturale ostinata e contraria non solo ai pronunciamenti della Consulta, bensi al dato incontrovertibile che ormai definisce un corpo elettorale stabilmente ancorato alla metà degli aventi il diritto di voto,a causa di un sistema di selezione delle classi dirigenti basato aulla nomina dei segretari nazionali. Su questa falsariga si muove, peggiorando il quadro complessivo, l’Italicum,ma di questo torneremo a parlare in altro momento.Il grimaldello che dovrebbe assicurare la stabilità di un ceto politico “minacciato” dalla riduzione del numero dei consiglieri regionali a trenta (da cinquanta )viene ben disvelato dal “Quotidiano “:si usa la presunta difesa della “territorialità”per spingere verso un collegio unico regionale,con il risultato di “tutela” dei soliti noti(o di loro prestanomi)a scapito dei nuvi arrivati.In maniera incontrovertibile l’analisi del giornalista del quotidiano dimostra come sia falsa questa ipotesi,dal momento che la simulazione di voto,garantirebbe sia Vibo Valenzia che Crotone.Le regole del gioco democratico non possono essere piegate all’ansia vorace di rappresentazione di una staticità rappresentativa ,i cui risultati sono al cospetto di tutti! Siamo ultimi in ogni classifica degna di attenzione!!E l’album delle figurine ci consegna volti e nomi ben noti,ma soprattutto una metodologia della costruzione del consenso che viceversa deve essere rovesciata dalle fondamenta.In questa tornata elettorale la Calabria si gioca buona parte del futuro,riconsegnarlo nelle mani di quanti hanno responsabilità politiche sul devastante presente è da respingere con ogni mezzo democratico. SEL deve sostenere con forza la necessità di garanzie democratiche e trasperenti, precondizioni essenziali per la partecipazione orizzontale dalla quale partire “qui ed ora” per costruire un progetto di radicale cambiamento nella nostra Terra. Noi non possiamo condividere in alcun modo ipotesi di governo contro chi presume di poter respingege,tramite regole liberticide, nel limbo del disimpegno le energie migliori di questa Regione. Qualora dovessero costituirsi questi presupposti abbiamo il dovere di rappresentare in maniera chiara e netta la nostra alterità rispetto ad un trasversalismo condiviso al quale sono da imputare i danni,quasi ,irreversibili della nostra Terra.
Angelo Broccolo Assmblea Nazionale SEL