E’ triste vedere che il tempo passa ma senza alcuna soddisfazione, senza alcun risultato politico, senza nessun sussulto ideale, reale e concreto in campo amministrativo che possa gratificare, o perlomeno attenuare quell’amarezza di quel passato che tanto male e tanto brucia nel ventre di questa Città. Infatti passano i giorni i mesi e le settimane, passa il tempo e gli anni e Corigliano è sempre lì ferma, immobile rispetto a quel futuro che sembra mancargli già da tanti anni.
Il sindaco Geraci, che è stato tirato e preso dai capelli da una vittoria elettorale costruitagli dalla sinistra, ancora oggi sembra essere rimasto nel girdinetto, sembra vivere in un mondo che non è quello stesso in cui viviamo tutti. Non vede, non sente, non avverte il peso di una contingenza amministrativa che incombe con mille problemi e mille possibilità di soluzione che, nonostante tutto, rimangono inevase, sospese, indisturbate nell’arrecare danno e tristezza con i loro effetti, pratici ed estetici, “disfunzionanti”, a noi comuni mortali.
Le strade sono un colabrodo, piene di buche; l’immondizia sparsa nei paraggi urbani come coriandoli al vento rimane l’orpello da sfogggiare per la festa e per tutti gli altri giorni; il dramma sociale, legato all’iniquità di trattamento economico-politico, con le relative conseguenze sul piano della sicurezza e della civile convivenza comunitaria si avverte sempre più drammaticamente; le scuole, intese sia in senso fisico e cioè come plesso e sia in senso ideale come istituzioni sono abbandonate a se stesse (e non basta loro una visita con la fascia tricolore per risollevarla ma occorrono interventi strutturali e una progettazione che li sospinga verso mete programmatiche di certezze e non indifferenza); la macchina comunale è ferma, inefficace e, questo, certamente non per colpa del personale dipendente come qualcuno vuol fare credere ma solo perché riceve mille e diverse direttive che risultanto essere slegate l’una dall’altra; i lavori pubblici, i cantieri che riguardano lo Scalo e Schiavonea, sono stati stravolti in quello che era il progetto naturale, e i danni sono e saranno irreparabili (c.da Cotrica docet). E potremmo continuare via di questo passo con altre cento elencazioni, ma per carità al nostro cuore mi fermo qui.
Così non va. Non può andare. Occorre una presa di coscienza dei propri limiti che il Sindaco, gli Assessori, la Giunta nel suo insieme, deve analizzare, individuarli e porsi oltre gli stessi, con interventi e iniziative appropriate a rilanciare la Città in quel futuro che merita, che vorrebbe ma che le sfugge.
Pertanto rivolgo un appello al sindaco Geraci: lasci stare i comizi, le passerelle, i banchetti, le sfilate, le pacche e le strette di mano e inizii a confrontarsi con i suoi assessori per rivolgere uno sguardo “attivo”, ricettivo, oculato ai problemi che questa città soffre, perché oltre alle parole appare sempre più evidente che Lei, On. Sindaco Geraci, stia girando la faccia dall’altra parte rispetto a tutto questo. Lei è il Sindaco, scuota e sproni i suoi assessori che sembrano assorti da un torpore mai visto prima, non è possibile continuare a perdere tempo, energie e opportunità.