ROMA – Mafie, corruzione, illegalità: sono l’altra faccia dell’Italia, tre criticità che colpiscono tutta la Penisola, a danno anche dell’economia e dell’ambiente. Negli ultimi cinque anni anche il Nord Italia ha registrato dati allarmanti che indicano come questi fenomeni non siano una prerogativa solo del Sud.
E i numeri parlano chiaro: dal 2006 al 2010 ci sono state 7.139 infrazioni, 9.476 persone denunciate, 1.198 sequestri, 9 arresti. Il dossier “Cemento Spa”, messo a punto da Legambiente, è un viaggio tra le regioni del Nord fatto di dati e di storie per capire quanto l’illegalità sia radicata e quanto sia importante estirparla.
Un quadro, questo, che non conta lo scioglimento forzato o le dimissioni anticipate di consigli comunali per infiltrazioni mafiose, Piani di governo del territorio (Pgt) scritti e riscritti ‘sotto dettatura’, professionisti sorpresi con la mazzetta in mano, banconote da 200 e 500 euro, e ancora omicidi, sequestri, denunce. La regione con il più alto numero di reati è la Liguria con 1.797 infrazioni, pari al 25,2% di quelli accertati nelle regioni del Nord, con 2.641 persone denunciate e 337 sequestri. Al secondo posto c’è la Lombardia (1.606 infrazioni), seguita da Emilia Romagna (1.078), Piemonte (1.037), Veneto (903), Trentino Alto Adige (407), Friuli Venezia Giulia (278) e Valle D’Aosta (33). Tra le province del Nord la più colpita è Imperia (453 reati), segue Genova (401), Savona (398) e Sondrio (398).
Nel complesso, ragionando
per macro-aree, il maggior numero d’infrazioni si concentra dunque nell’Italia Nord occidentale, dove begli ultimi cinque anni sono stati registrati 4.473 illeciti rispetto ai 2.666 di quelli del Nord orientale. E’ quanto emerge da ‘Cemento Spa’, il dossier di Legambiente presentato questa mattina a Genova e che offre un’inquietante panoramica macroregionale del malaffare che si annida nel ciclo del cemento.
il BARONE