Una interrogazione consiliare tesa a chiedere all’Amministrazione Geraci, di esprimere un parere negativo sulla richiesta di aprire un pozzo esplorativo per l’estrazione di idrocarburi dal sottosuolo, presentata dalla società Apennine Energy, nella zona della foce del Fiume Crati, nonché a chiedere sempre all’esecutivo ausonico di emettere una ordinanza tendente al rispetto del principio di precauzione a tutela del territorio e della salute dei cittadini,
è stata presentata nei giorni scorsi dai consiglieri comunali di minoranza Francesco Madeo, Elvira Campana, Giorgio Triolo, Gioacchino Campolo e Francesco Sapia. Prosegue così la battaglia no triv da parte di questi consiglieri che anche nel recente passano si sono resi protagonisti di altre iniziative del genere miranti ad impedire che nel nostro territorio possano essere rilasciate autorizzazioni per trivellare il sottosuolo. L’interrogazione è stata rivolta al sindaco, Giuseppe Geraci, all’assessore all’ambiente, Marisa Chiurco e al presidente del consiglio comunale, Pasquale Magno. Nel testo della interrogazione i cinque consiglieri fanno presente che la società Apennine Energy ha presentato lo scorso 28 gennaio il progetto di perforazione del pozzo esplorativo presso la foce del fiume Crati, al confine tra Corigliano e Cassano. Si tratta, fanno sapere i rappresentanti della minoranza, di un progetto assolutamente folle, che prevede la trivellazione sulla terraferma, nel bel mezzo di una riserva naturale, fino ad una certa profondità, per poi proseguire in orizzontale e raggiungere il presunto giacimento localizzato in mare. Solo delle menti ormai totalmente accecate dalla loro stessa fame di profitto e potere potevano trasformare in realtà un tale incubo. Nonostante la ferma opposizione di comitati, movimenti, cittadini e associazioni ambientaliste, il governo sembra intenzionato a portare a compimento l’opera di devastazione e saccheggio del nostro territorio. Ecco perché attraverso questa interrogazione Madeo, Sapia, Triolo, Campana e Campolo vogliono stimolare il comune di Corigliano, affinché al più presto decida di opporsi a questo scempio, presentando delle osservazioni tecniche. Inoltre, il sindaco dovrebbe emettere immediatamente un’ordinanza di divieto assoluto di qualsiasi attività di ricerca di idrocarburi nel perimetro comunale, in osservanza all’ormai famigerato “principio di precauzione”.