Lo riporto nella lingua coriglianese: “All’uorti cci vò ccuncimi, a ru munni cci vò ffurtuna”. Proprio vero, più vero di tanti altri proverbi, trovati, frugando nelle tradizioni popolari di mezzo mondo. Sarà una coincidenza, certo è che le cose si muovono lungo questa costante, nel profano e nel sacro.
E lei, la ‘fortuna’ appunto, da sempre bendata, continua a muoversi a capriccio, all’uno donando e all’altro negando; lei, imperscrutabile sempre, continua a scegliere – poche le eccezioni – capi, dirigenti e governanti; lei regola carriera e successo, contro ogni umana logica. Perciò, cessiamo l’affanno, perché nulla possiamo. Il baciato dalla fortuna, resterà lì, spaparanzato e strastipendiato, finché fortuna non decida il contrario. “Virtù e ffurtuna ‘u’ stani ‘i casa ‘nsiemi”.