La Settimana Santa è entrata nel vivo. Ha avuto inizio con il lunedì, considerato il “giorno dell’amicizia”. Si racconta che Gesù lo ha trascorso in compagnia di tre suoi amici: Marta, Maria e Lazzaro. L’amicizia, dunque, come dono e missione.
Colgo l’occasione di tale periodo di festività, in concomitanza con quello che è da preludio alla prossima competizione elettorale, per rivolgere un pensiero nei confronti di una persona alla quale mi lega, da anni, un rapporto d’amicizia: Mattia Salimbeni. Di lui tanto si è letto e scritto nelle ultime settimane, per poi cedere il passo al riserbo, per sua precisa scelta.
Con lui ho tante fotografie, tratte da interviste nonché compleanni, ma scelgo questa che ci ritrae insieme nel 2019, qualche settimana dopo le Amministrative che lo videro eletto in Consiglio Comunale. Un contesto informale, nella nostra splendida Schiavonea, in evento di calcio e solidarietà che seguii come giornalista e al quale Mattia partecipò direttamente “in campo”. Già, il campo. Quel campo nel quale spesso si decide di scendere e che dovrebbe vedere tutti indossare, a prescindere dalla rispettiva maglietta della squadra d’appartenenza, il colore della lealtà.
Degli amici si possono non condividere talune scelte effettuate in politica, ma mai bisogna far venire meno il rispetto. È il caso di Mattia, che oggi siede tra i banchi dell’opposizione e al quale non mancano capacità comunicative e di coinvolgimento giovanile.
Perché gli scrivo? Perché è nei momenti delicati che i veri amici devono esserci. Quelli veri e disinteressati, s’intende, e non quelli che tornano e ritornano in base alla convenienza. Quelli che restano saldamente accanto pur nelle amarezze delle vite altrui, anziché entrare e uscire dalle stesse come le porte girevoli di un hotel.
A Mattia, al di là del percorso politico maturato negli anni, riconosco, oggi, le virtù del coraggio e della dignità. Coraggio, perché ha dapprima accettato una candidatura a sindaco per spirito d’appartenenza al suo partito e amore per la città. Dignità, perché, dinnanzi al mutato quadro politico e alle successive determinazioni del suo stesso partito, ha deciso di non partecipare alla imminente competizione neppure come candidato consigliere, né di chiedere alcunché per sé. Qualità sempre più rare, in epoca di smarrimento di valori e perdita di memoria.
FABIO PISTOIA