Di Papàs Elia Hagi
Non vorrei ridurre la festa di ieri sera alla degustazione tecnica perché è molto di più, dalla buona musica che ha animato le piazze e i vicoli del paese, al buon cibo preparato con cura nelle varie aree predisposte, fino al coinvolgimento dei nuovi social per il concorso dei migliori selfie 🤳 da premiare.
Eppure devo rilevare che la nostra manifestazione Vini Arbëreshë si è guadagnata negli anni un posto di assoluto rilievo nel panorama degli appuntamenti dedicati al vino, come dimostrato dalla notevole partecipazione di oltre cento produttori con 150 vini in gara. È stata una giornata intensa di degustazioni e valutazioni a cura di una qualificata commissione composta dai Sommelier FEDERAZIONE ITALIANA SOMMELIER – FIS supportati dai giovani dello STAFF del concorso, giovani di Vaccarizzo coinvolti in questa avventura dal Comune.
Sono riconoscente al Sindaco Antonio Pomillo per la meravigliosa organizzazione dell’evento e per avermi coinvolto e dato l’opportunità di conoscere da vicino “l’uomo del vino in Calabria”, Gennaro Convertini, pioniere della sommelerie calabrese: fondatore dell’AIS, della FIS, dell’Enoteca Regionale, promotore della denominazione Terre di Cosenza e della riscoperta del Magliocco, e non da ultimo, l’anima del recente Concours Mondial de Bruxelles che ha spalancato le porte del mondo intero verso la variegata e meravigliosa realtà vitivinicola calabrese. Dunque un grande onore averlo a capo della commissione del concorso “Vini arbëreshë” a Vaccarizzo. Un pensiero grato anche al sommelier di grande esperienza Pietro Bruni, vicino a noi anche per le sue origini arbëreshë platacesi e a Luca Sammaro di Corigliano, l’altro autorevole ma più giovane membro della commissione.
Parafrasando una bella pubblicità di un negozio sportivo – se fai sport hai già vinto – tutti coloro che hanno partecipato hanno vinto. Soprattutto perché hanno dato lustro al loro lavoro di produttori di vino per passione.
Questo tipo di enologia è in grado di far emergere ancora a pieno l’individualità creativa di ciascun produttore. I risultati sono sorprendenti e poco convenzionali. Vincente è anche il rapporto fra il valore e il costo del vino.
Il fil rouge che ha unito questa volta l’Arberia, il filo rosso del buon vino 🍷, quello legato a tanti ricordi di ricorrenze importanti nelle famiglie, come battesimi o matrimoni, ha stretto in un abbraccio gioioso di comunione i numerosi paesi arbëreshë partecipanti, un occasione di eccellere per chi si è messo in gioco.
Il passato culturale di una tradizione come quella di fare i vini artigianalmente è da preservare e il suo destino sociale si è manifestato pienamente nella festa di ieri.
La presenza di numerosi sindaci, dell’On. Pasqualina Straface e soprattutto dell’Assessore dell’Agricoltura della Regione Calabria, On. Gianluca Gallo, sempre attento ai bisogni della comunità, ha impreziosito la serata; la sua presenza carica dell’instancabile lavoro di promozione del vino calabrese come vetrina d’eccellenza della Calabria, da Vinitaly fino al Concours Mondial de Bruxelles, ci ha onorati oltremodo.
Promuovere il buon vino, ma soprattutto farlo, non è semplicemente un’attività agricola o economica, è un atto d’amore nei confronti del territorio.
Per altro, il mio personale interesse per il vino viene dai testi sacri dove è considerato il simbolo di tutti i doni provenienti da Dio, la bevanda della vita che sa donare consolazione e gioia e sa curare la sofferenza dell’uomo. Poi, ad un altro livello, il vino assume un ruolo unico, in quanto esso diventa nel cristianesimo con la celebrazione della Santa Messa il sangue di Cristo e per questo viene identificato come vera bevanda di salvezza.