di Carmela Cirullo
“Tre cose ci sono rimaste del paradiso: le stelle, i fiori ed i bambini”: lo scrisse Dante, oggi irreale portavoce di noi mamme. Dispiace contraddire chi anziché fare opera di autocritica dinanzi a denunce o contestazioni, definisce pretestuosa e contraddittoria una protesta che non è una voce di quartiere,
bensì una ponderata e prolungata valutazione effettuata su un servizio che dovrebbe essere top quality.E’ da tempo che noi genitori monitoriamo la linea alimentare seguita dai nostri figli negli istituti con refezione scolastica, ed in maniera unanime più volte abbiamo rimandato una contestazione che a “qualcuno” sarebbe parsa “pretestuosa” o senza fondamento. Purtroppo non ci troviamo a dare voce ai capricci di singoli bambini che non gradiscono il menù servito, ma bensì portiamo innanzi riscontri allarmanti di un servizio lesivo di diritti costituzionalmente garantiti: in primis il diritto alla salute. Corte di Cassazione, Ministero della salute, Convenzione dei diritti dell’infanzia e European Social Charter del 1996…in ognuno di essi è sancito il diritto dei bambini ad avere una alimentazione sana ed adeguata nella ristorazione scolastica. Dunque la pretestuosa rivolta di mamme in collera, si presenta supportata da un apparato normativo che non da tutela a fantomatiche polemiche ma a fondamentali DIRITTI. Abbiamo acquisito foto inequivocabili , profilassi mediche di continui disturbi intestinali, inappetenza e disgusto nei bambini, per un servizio di refezione qualitativamente Scadente. Parliamo solo di sicurezza alimentare, esulando quella postilla ministeriale che cita addirittura il “gradimento sensoriale”. Verdure, pesce, carne, persino i panini vecchi di giorni, frutta poltiglia e VECCHIA…alimenti che di Bio o filiera corta hanno solo un utopica descrizione. Da oggi una unanime protesta si scaglia contro il servizio mensa. Salute e senso del dovere lo impongono .Pretesti e finte polemiche si valutano sui tavoli di capitolati e rapporti economici, non sulla salute dei nostri figli. Non possiamo permetterlo. Gli standard di gradimento di un servizio devono essere considerati e valutati da chi di dovere: gestori, fornitori,Asl,Comune,scuola, commissione mensa.TRASPARENZA è la parola d’ordine non COVID.Ormai si utilizza il COVID come scusante generica ma in questo caso le normative COVID non sono devianti dal reale problema: qualità del cibo.Non si discute la temperatura degli alimenti “scotto” o “al dente” , bensì si parla di contenuti, qualità, provenienza,scadenza, stagionalità.Cosa c’e’ di DOP, IGP,STG,Bio?Solo termini riportati sui capitolati ed inesistenti nei piatti serviti ai nostri figli .Vogliamo che sia documentata la rispondenza dei requisiti richiesta per gli alimenti:per provenienza, conservabilità,filiera, ingredienti.Vogliamo controlli e diligenza.I bambini si tutelano con o senza pretesti.Da genitori vogliamo Garanzie e risposte.
Carmela Cirullo