Non importa conoscere personalmente qualcuno, ma sentirne parlare. È ciò che conta, nella società imperante e nel costume del nuovismo a tutti i costi, fondata sulla civiltà dell’immagine e non di rado, ahinoi, sul declino dei contenuti.
Accade tuttavia – vivaddio! – che si senta parlare di taluni giovani, finanche a livello nazionale, per traguardi conseguiti ed entrate a gamba tesa nel mondo della musica. È il caso di un giovane nativo di Corigliano Calabro, che a soli 25 anni fa già tanto “rumore”, nell’accezione più positiva del termine, essendo un rapper conclamato e da più parti ambito. Il suo nome è Cosimo Arnone, un nome che già spopola sul web e in tutt’Italia.
La passione per la musica accompagna questo ragazzo da sempre e negli anni affina la sua tecnica, fino alla pubblicazione del suo singolo d’esordio, “Barrio”, nel novembre dello scorso anno, riscuotendo un notevole successo, soprattutto tra i giovanissimi. Arnone ha pubblicato solo pochi giorni addietro il suo nuovo singolo, “Nairobi”, destinato a diventare un tormentone tra i cultori del genere. La cura artistica porta la firma di Anthony Calicchio, in arte Nathys.
Il 25enne al quale Corigliano ha dato i natali mixa sonorità trap e hip hop dando vita ad un brano ricco di influenze e riferimenti. Arnone, come evidenziato da numerosi esperti del campo, esprime in “Nairobi”, una volta in più, l’importanza di portare la verità nei testi e nella musica e sottolinea come il lusso e la fama non debbano essere l’unica ambizione di chi si avvicina a questo genere. Il rapper fa quindi della sincerità il suo cavallo di battaglia, ed esprime chiaramente la voglia di fare la differenza semplicemente essendo se stesso, senza maschere. In una parola: essendo real.
È un genere musicale, come tutti gli altri d’altronde, che può piacere molto o poco, trovare lusinghieri riscontri o meno, ciascheduno ha la sua personalissima idea. Il dato finale, comunque, non cambia: è una storia da raccontare, quella del concittadino Cosimo Arnone, in tempi di ricerca di popolarità di gente che, invece, poco o nulla ha da narrare. Ecco perché lo si fa con diletto e un pizzico d’orgoglio, augurandogli il meglio in divenire.
Fabio Pistoia