La sanità calabrese naviga in cattive acque; e questo è, purtroppo, ormai risaputo. Ultimamente è quasi guerra aperta nel sistema sanitario su più fronti. Soprattutto per quello che riguarda i rinnovi dei contratti.
Prendiamo l’azienda sanitaria cosentina, ad esempio: è da tempo in deficit di personale. Si parla di figure professionali per l’assistenza medica sanitaria che mancano, a causa di un piano di tagli e riorganizzazione della sanità calabrese, che è stata commissariata.
Il piano di rientro era stato firmato nel 2009 e prevedeva inizialmente una durata triennale; nei fatti si è poi andati avanti con interventi di commissariamento e, nel 2015, vista la situazione non certo migliorata, il Consiglio dei Ministri ha nominato l’ing. Massimo Scura quale Commissario ad acta per l’attuazione del vigente Piano di Rientro dai disavanzi del Servizio Sanitario calabrese.
In riferimento a questo piano di rientro, va detto che le strutture ospedaliere della regione ne stanno risentendo. Anche l’Ospedale di Corigliano Calabro ha subìto una serie di ridimensionamenti e accorpamenti che ne hanno mutato profondamente il funzionamento.
Ma il commissariamento grava anche sulla situazione di cui sopra; ovvero quella relativa alle assunzioni, che ha portato alcune aziende sanitarie, come quella di Cosenza, al limite del collasso a causa di mancanza di personale qualificato.
Nelle settimane scorse l’Asp di Cosenza ha provato a quantificare questa mancanza in 319 figure professionali. Tante ne mancherebbero.
Un gap che andrebbe colmato, e che è stato affrontato anche di recente con l’occasione di un convegno organizzato dall’Ordine dei Medici ed Odontoiatri della provincia di Cosenza e dal Coordinamento regionale Ipasvi Calabria sulla responsabilità professionale degli operatori sanitari alla luce della riforma.
Una situazione di staticità che non si riesce a sbloccare e che si riflette anche su altri aspetti della sanità regionale; come la questione cannabis terapeutica, da tempo rimasta in sospeso e in attesa di novità.
Nel resto del paese si è andati avanti sulla strada della regolamentazione, mentre la Calabria attende ancora di recepire le linee guida emanate dal ministero della Salute per l’utilizzo dei vari tipi di cannabis, tra cui le qualità differenti dei ceppi femminizzati, in campo medico e curativo.
Un ritardo pesante che testimonia come la sanità stia vivendo un momento drammatico a causa di anni di mala gestione prima, seguiti poi da un periodo di austerity forzata dettata dal piano di rientro e dal commissariamento.
In definitiva il rischio è quello di vedere vivacchiare in modo statico un settore così importante a livello sociale. Si tratta pur sempre della salute dei cittadini. E non vi è nulla di più importante.