Guardo, prendo nota e, magari, tra me e me, faccio anche un commentino. È più che naturale. Può capitare che ne parli pure con gli amici, più per sfogo che per muovere censura. Ecco, passo, in genere una volta al giorno, da un luogo che non dico, lì dove il paese antico cessa, alla confluenza di tre strade. Un fabbricato!
Non posso fare a meno di fissarlo, per la centesima volta. Lo squadro. In un altro posto sarebbe stato anche carino, ma lì proprio non ci sta. È un problema di contesto. Pare – non si sa quando – dovrebbe ospitare una scuola. Una scuola che fu celebre oltremodo, ma che, negli ultimi lustri, è sempre più “simigliante a quella inferma/ che non può trovar posa in su le piume,/…”(Dante, Purg., vv. 149-150).