Il Consiglio regionale della Calabria all’unanimità approva le ragioni del forte ed esteso movimento di protesta popolare ed istituzionale ,che dei mesi scorsi si è contrapposto alla irricevibile ipotesi di trivellazioni dello jonio(da Taranto fino a Crotone). A questo punto sono ben sette le regioni del sud e dell’adriatico(Basilicata, Marche, Puglia, Molise ,Sardegna,Abruzzo ed appunto Calabria )che si oppongono con delibera di consiglio al decreto Sblocca Italia dando avvio alle procedure necessarie per il referendum abrogativo.
Nel caso specifico La proposta del consiglio regionale della Calabria si articola in cinque quesiti,si riporta la sintesi efficace del Corriere della Calabria on line del 25/9/2015”Il primo riguarda la dichiarazione di strategicità, indifferibilità e urgenza delle attività di prospezione, ricerca e coltivazione degli idrocarburi liquidi e gassosi. Il secondo investe l’articolo 38 (comma 1-bis) dello “Sblocca Italia”, in relazione al Piano delle aree, previsto al fine di pervenire per la prima volta a una razionalizzazione delle attività di ricerca ed estrazione degli idrocarburi. Il terzo quesito riguarda la durata delle attività previste sulla base del nuovo “titolo concessorio unico”, ma non anche la previsione del nuovo titolo in sé, destinato a sostituire i permessi di ricerca e le concessioni di coltivazione. Il quarto quesito è relativo all’articolo 57 del decreto-legge 5 del 2012 sulle semplificazioni, che si occupa delle disposizioni per le infrastrutture strategiche. Il quinto completa logicamente il secondo e il quarto, dal punto di vista della partecipazione degli enti territoriali. Mentre, infatti, il secondo e il quarto quesito si propongono, rispettivamente, di porre rimedio al depotenziamento del ruolo delle Regioni e degli enti locali, il quinto quesito mira a far sì che l’intesa sul rilascio dei titoli minerari torni a essere – come auspicato dalla Corte costituzionale – un «atto a struttura necessariamente bilaterale», cioè “superabile” dallo Stato solo a seguito di effettiva “trattativa” con le Regioni interessate.”Peraltro Il consiglio regionale ha anche avanzato una proposta di referendum in relazione alla parziale abrogazione dell’articolo 35 del decreto legislativo 151 del 2006. Nei mesi passati ,con il Movimento No Triv “Magna Grecia”abbiamo seguito con costanza e partecipazione l’evolversi della situazione,contribuendo in maniera significativa alla organizzazione della imponente manifestazione dello scorso marzo ed alla pacifica “occupazione”simbolica della foce del Crati. Ora si tratta di non abbassare la guardia e di continuare con maggiore impegno l’azione di sensibilizzazione dei cittadini su una prospettiva strategica di difesa e rilancio del territorio che espunga le ipotesi di sfruttamento e speculazione che ne mortificano le vocazioni e la bellezza. Le immagini indelebili di quanto accaduto poche settimane orsono a Rossano e Corigliano,sono la denuncia eclatante e senza scampo di una prospettiva di governo del territorio regressivo dannoso e pericoloso.Ispirato alla filosofia della speculazione d i profitti per pochissimi a danno della maggior parte dei cittadini. Appare imprescindibile l’unificazione dei movimenti di lotta che nella visione di un differente modello di relazione uomo-ambiente in questi anni stanno lottando con generosità e determinazione. Non sono disgiunte le ragioni delle due manifestazioni a difesa del territorio di Celico e Scala Coeli contro le discariche ,tanto per rimanere all’attualità,bensi sono ispirate al medesimo sogno di “pulizia”e di rilancio del nostro territorio ,che in questi mesi ha ispirato le nostre lotte.
Angelo Broccolo Assemblea nazionale SEL