Su alcune strade non si può transitare tale e tanto è il suo manto bituminoso con buche da vomitare. Il vomito , però, dovrebbe andare e a posarsi sui responsabili della grave situazione esistente sul territorio. Corigliano, una volta più ricca, oggi più povera. E sapete il colpevole della sua povertà e del suo sfacelo?
E’ la politica, la politica del personalismo, la politica del parentado, la politi-ca del comparaggio. Corigliano era la più ricca della provincia di Cosenza, oggi è povera perché il suo patrimonio economico basato sull’agricoltura é stato travolto dalla incuria, dalla indifferenza, dal, lasciatemelo dire, menefre-ghismo dei politici..La politica di questi ora è basata tutta sulle parole, sui proclami, sulla falsa e svergognata difesa dell’agricoltura mentre, nella realtà, tale difesa è basata su mirati principi elettoralistici.
Nei supermercati della nostra Corigliano e quindi anche di Rossano, della Sibaritide, della Calabria già si vendono mandarini provenienti dall’estero al prezzo di oltre due euro al kg..
Per frenare tale fenomeno cosa fa la politica, l’amministrazione regionale, provinciale e comunale? Proclami! Parole! Soltanto promesse!
E volete saperne di più. Le forze armate, gli ospedali, le scuole, le Associa-zioni, eccetera, cosa offrono? Prodotti importati dall’Estero. E la nostra produzione? Al macero, però sottoposta agli svariati tributi e sono dolori di panza se non paghi. Ma tale situazione potrà ancora durare nel tempo? Oppure occorrono altri mezzi per porre fine, una volta per sempre, all’incessante e quasi ossessionante invito a pagare tributi con IMPOSIZIONE del fermo dell’auto, persino del mezzo per raggiungere il lavoro, del pignoramento delle proprietà e delle case che sono costate immensi sacrifici dei genitori per possedere una casa e un pezzo di terra dalla quale ricavare gli elementi del sostentamento familiare o per mantenere i figli all’università. Ma questi figli si sono dimenticati dei sacrifici dei genitori! –
E così per le strade. Nel parco comunale sono fermi mezzi che potrebbero essere usati per riparare, alla meno peggio, le strade. E su dette strade, paradossalmente, transitano vigili, carabinieri, guardie di finanza, assessori, tecnici del comune e via dicendo. Nessuno, nessuno alza la voce, nessuno si lamenta, nessuna relaziona a chi di competenza, nessuno trova più la forza , ossia la volontà di segnalare i guasti, le buche, i pericoli. ORMAI IN CIASCUNO DI NOI REGNA LA RASSEGNAZIONE. Tanto a cosa serve lamentarsi? E’ il pensiero di tutti, limitandosi a bestemmiare, a spergiurare .
Così non è, così non dovrà costituire costume di sopportazione imposto dalla politica. Ciascuno di noi ha il dovere di segnalare, di protestare, di denunziare. E non basta che in Consiglio comunale qualche consigliere dell’opposizione faccia la voce grossa. Occorrono iniziative popolari anche se, vero, i partiti non esistono più, una volta fucina delle problematiche relative allo sviluppo della città di appartenenza.
Non è sfogo tale “ denunzia” pubblica. E’ un invito ai politici, agli amministratori, ai tecnici comunali perché facciano qualcosa per porre all’attenzione dei Responsabili e, nelle sedi opportune, le motivazioni per rilanciare l’agricoltura, unico elemento economico che potrà alienare la crisi. E non è nemmeno accettabile l’assenso che, non si può fare nulla causa le vigenti leggi che vietano di intervenire. Un sindaco, un buon sindaco, ha mezzi persuasivi per opporsi o ridurre determinate situazioni nel proprio territorio di cui è il garante, il gestore, il custode, il difensore.
A buon intenditore…
Corigliano 7 ottobre
Antonio Benvenuto