Prima eravamo in quattro gatti, per lo più considerati dei provocatori, ma ora che la questione del magazzino della moglie del sindaco o l’abuso edilizio del consigliere Avolio si sono svelati per le stronzate che sono, nel senso che sono del tutto ininfluenti sul piano politico-amministrativo, ecco che il fronte di quelli che non vogliono un Geraci dimissionario, ma un Geraci più attivo, all’attacco dei veri problemi della città, comincia ad allargarsi e a far parlare di sé.
Ci sono volute prima le macerie, ma adesso questa sfida ce la giochiamo alla pari: i giustizialisti (cioè coloro che la morale prima di tutto) contro i garantisti (cioè le capacità prima di tutto). I primi hanno eretto una specie di diga impedendo per giorni alla città di ragionare su ciò che sta avvenendo. I secondi invece speravano che il più semplice dei ragionamenti, e cioè più che al magazzino del sindaco pensiamo a cosa il sindaco può fare per la città, servisse a far ripartire anzitutto la macchina comunale.
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