“Ho ancora bisogno di una tua parola, di un tuo sguardo, di un tuo gesto. Ma poi all’improvviso sento i tuoi gesti nei miei, ti riconosco nelle mie parole. Tutti quelli che se ne vanno, ti lasciano sempre addosso un po’ di sé.
È questo il segreto della memoria? Se è così allora mi sento più sicura, perché so che non sarò mai sola”.
Torna alla mente questa significativa quanto struggente frase tratta da uno dei miei film preferiti, “La finestra di fronte” di Ferzan Ozpetek, che conosco grazie ad una ragazza per me cara. Una frase che racchiude, a modesto parere, il senso della vita, il confine con la morte, il valore del ricordo e, soprattutto, della memoria.
Sono giorni di festa, in questa torrida estate 2022, in quel di Schiavonea, ridente località marinara e turistica di Corigliano Rossano che attende di essere valorizzata non solo nel periodo attuale, bensì in tutto l’arco temporale di ciascun anno. Eventi musicali con grandi artisti, iniziative aggregative giovanili, movida a più non posso: sano divertimento, che arriva dopo una lunga attesa legata all’emergenza epidemiologica che, purtroppo, è ancora tra noi.
Cosa manca, tuttavia, a molti concittadini, familiari e amici, in particolare residenti a Schiavonea o che, comunque, in questo luogo del cuore affondano orgogliose radici e affetti mai sopiti? Giuseppe Campolo. Un giovane uomo, strappato alla vita nel suo momento più bello, dopo aver vissuto una breve ma intensa esistenza completamente dedita alla cultura del lavoro, allo sconfinato amore per la splendida famiglia, alla costanza nell’intessere e coltivare rapporti di sincera amicizia. Un concittadino che, trasferitosi in Senegal, era stato capace di costruire, così lontano dalla terra natia e tra non pochi sacrifici, un piccolo ‘impero’, ossia una fiorente attività imprenditoriale.
Il 9 agosto dello scorso anno, mentre s’apprestava a trascorrere le meritate vacanze, Giuseppe ci ha lasciato, gettando nello sconforto non solo la moglie e i figli ma anche la sua grande e affiatata famiglia d’origine che proprio qui, a Corigliano Rossano, e in particolare nella sua Schiavonea, continua a vivere. In realtà, una comunità intera che, nel surreale silenzio, ha ricevuto siffatta nefasta notizia: dagli amici d’infanzia e adolescenza a quelli dell’età più adulta. Anch’io ho avuto modo di fare la sua conoscenza e, per un periodo della mia vita, l’occasione di frequentarlo, in compagnia di comuni amici, apprezzandone sempre lo spirito gioviale e il carattere gentile ma determinato.
Si corre sempre il rischio, in queste tristi circostanze, di cedere spazio alla retorica anziché al genuino sentimento. Mi limito, pertanto, nel ricordare Giuseppe ed a stringermi nuovamente attorno alla famiglia, che, richiamando il film di cui sopra, la sua figura continuerà ad albergare in ognuno di noi: nella brezza del mare e in quella di terra, nella gioia della condivisione e nel sorriso per un incontro, nel ‘rumore’ della vita che inesorabile continua alla stregua del rombo delle moto delle quali era un vero cultore. È questo, forse, il segreto della memoria.
FABIO PISTOIA