Allora cerchiamo di fare il punto della situazione sull’affaire “trattativa Stato -Mafia”,non tanto per interessarci dei fatti degli altri, ma per farci i fatti nostri di cittadini italiani e sopratutto per non mandare il cervello all’ammasso, come sembra che qualcuno voglia!.Per semplicità e chiarezza di trattazione, conviene affrontare la questione per sommi capi, trascurando i fatti più circostanziati e specifici, per tenere il filo del discorso più chiaro e semplificato possibile e non disperdersi via via.
La questione si impernia sul fatto ormai certificato da sentenza del tribunale di Firenze oltre che da tre Procure che “cosa nostra”, al fine di acquistare potere contrattuale nei confronti dello Stato con lo scopo di evitare o alleggerire il carcere duro ( 41 Bis) per i suoi affiliati di peso, abbia dato il via ad una serie di attentati ( via dei Georgofili a Firenze, San Giovanni a Roma, Milano ecc. ). L’obiettivo fu raggiunto attraverso l’apertura di una trattativa che ha visto coinvolto da una parte Riina, Bagarella, Mangano, Dell’Utri, Brusca ed altri, e dall’altra (le istituzioni per non confondere), l’allora colonnello dei Carabinieri Mori, Calogero Mannino, Nicola Mancino, Rognoni ed altri personaggi che, oltre a questi, con ruoli di deputati, ministri, si collocano tra i più alti vertici dello Stato e delle istituzioni. Tutti insieme costoro si sono vergognosamente prestati ad una trattativa con cosa nostra sostanziata in una proposta riportata in un documento conosciuto come “il papello” redatto o vergato dal sindaco mafioso di Palermo Vito Ciancimino e denunciato dal di lui figlio Massimo. Tutto questo mentre la stessa cosa nostra si impegnava nell’azione più eclatante per lei e più infangante per lo Stato: le stragi Falcone e Borsellino. Questa la premessa, a tale delitto risponde lo Stato, quello con la esse maiuscola che indaga su questa sporca storia e comincia ad investigare tra questi personaggi mettendo impiedi un processo conosciuto proprio come ” trattativa Stato-mafia”. Accadono a questo punto delle cose gravi che vale la pena sottolineare e delle quali poi ciascuno può fare la considerazioni o trarre le conclusioni che vuole:
1) Mancino diventa testimone reticente se non addirittura falso e viene perciò indagato per falsa testimonianza.
2) Tra le intercettazioni telefoniche degli inquirenti capitano quelle tra l’on. Mancino il consigliere di Napolitano e lo stesso Presidente Napolitano.
3) La morte per infarto del consigliere del Presidente Loris D’ambrosio coinvolto nelle intercettazioni con Mancino.
4) Napolitano, visto il suo ruolo, anziché renderne immediatamente pubblico il contenuto per eliminare qualsiasi ombra che possa aleggiare sulla sua persona, vista l’importanza della cosa, alza il conflitto di interessi e si trincera dietro la funzione pretendendo la distruzione delle intercettazioni.
5)Il giudice Ingroia titolare dell’inchiesta, a causa del Csm che lo vuole spedire ad Aosta piuttosto che alla DNA e sceglie di lasciare la magistratura. A mio parere viene di fatto spinto ad abbandonare la magistratura.
6) Vengono diramate notizie secondo le quali il PM titolare dell’inchiesta Dott. Di Matteo viene minacciato reiteratamente di morte da Riina dal 41 bis dove si trova!
7) Vista la gravità della situazione e delle minacce di Riina (!), dopo valutazioni di vario tipo tra le quali l’uso ridicolo di un blindato da guerra, lo Stato non è in grado (non vuole?) garantire a Di Matteo la giusta protezione per sè e la sua scorta. Quindi Di Matteo è “costretto” a restare a casa rinunciando a presenziare all’udienza del processo Stato-mafia che si è tenuta a Milano nella quale era previsto l’interrogatorio di Brusca, uno dei testi principali!
8) Il ministro della giustizia Cancellieri Lunedì 9 Dicembre ha diramato un comunicato stampa in cui si afferma: “Nell’ambito dell’attività svolta dal Dap non risultano elementi espliciti di minacce da Riina nei confronti di magistrati. Tutti i documenti in nostro possesso sono stati comunque portati all’attenzione del Procuratore antimafia”
9) quale interesse può avere oggi Riina pluricondannato ergastolano a voler uccidere Di Matteo ovvero a “far sapere” di voler uccidere Di Matteo?
10) gli imputati in questo processo sono due : cosa nostra e lo Stato infedele.
11) se la mafia non ha minacciato il PM chi è che lo minaccia di morte e non vuole che si tenga il processo nei termini a qualunque costo?
Credo a questo punto che il quadro sia, per linee generali, abbastanza completo, e sia tale che ogni cittadino italiano di buon senso possa farsi una sua idea su come questa Italia stia sempre più degenerando e come dall’epoca della stragi di Stato niente ancora sia cambiato e “la storia si ripete”! quanta strada ancora dobbiamo fare perchè questo diventi un paese “normale”.
Mario Gallina