di Giovanni FERRARI
“Godi Fiorenza, poi che sé sì grande”: E’ con questa esclamazione che Dante aprì il ventisettesimo canto dell’inferno, sembrerebbe una positiva esaltazione della sua città.
Al contrario il tono è decisamente ironico, considerando che è seguita dall’accusa di un nome che “per lo ‘nferno si spande”. Già nel sesto canto il poeta ci dà un’immagine alquanto dura della politica fiorentina.
La verità con cui ci parla Dante è proprio la corruzione, il malaffare, la malapolitica, ossia persone e personaggi che, approfittando da questi fenomeni, hanno cancellato la paura di essere scoperti o puniti , ottenendo sempre più potere, pertanto Dante sarebbe sempre più indignato, sentirebbe il bisogno di guidarci nuovamente sulla retta via.
Cosa significa questo proverbio? Vuol dire lasciare che una persona faccia ciò che le pare, disinteressarsi di uno che vuole fare le cose di testa propria senza accettare consigli e avvertimenti, Per una maggiore chiarezza, partendo dalle definizioni lessicografiche, tratte rispettivamente, si rinvia ai dizionari di Petrocchi, di Tommaso-Bellini, dello Zingarelli e del Dizionario Etimologico della Lingua Italiana. Il proverbio, in effetti, è l’espressione del popolo, è come una scintilla nella via del futuro che guida nel giudizio o nell’operato di ciascuno.
Fatta questa breve premessa, scrivo questo articolo per porre una questione che mi è cara e che sicuramente, sta a cuore a molti giovani e cari concittadini coriglianesi.
Mi riferisco al povero e pseudo Sindaco di Rossano e non di Corigliano, in quanto Corigliano, purtroppo, abbandonata al proprio destino, continua ad essere commissariata e non amministrata, divenuta per colpa e responsabilità politica di incapaci politici che hanno disamministrato Corigliano in questi ultimi decenni.
Ho scritto tanto e lottato da solo per questa MALEDETTA FUSIONE nella piena e totale CON-FUSIONE, purtroppo, oggi i risultati mi danno ragione, sono tutti PENTITI, soprattutto quelli che hanno creduto e si sono impegnati per la realizzazione, persino la MASSONERIA Rossanese.
Mi sento profondamente commosso e sconvolto nel vedere manifestare sul lungomare di schiavonea i disabili con le proprie carrozzelle, elemosinando una “PASSERELLA “ per poter accedere al mare.
Passano gli anni, cambiano i sindaci è la storia si ripete, penso ai poveri pensionati sempre di schiavonea quando elemosinarono a l’ex sindaco Don Giuseppe Geraci, un garage, una stalla
dove potersi ritrovare, come sia possibili avere alla guida di un vasto territorio come Corigliano sindaci senza sensibilità e comprensione umana, rimasti inascoltati ed ignorati.
Mi chiedo :” chi difenderà Corigliano e i coriglianesi da questi amministratori incapaci, di cui sono testimonianza quotidiana i mille disservizi, per non dire di vere e proprie tragedie che i cittadini vivono sulla loro pelle”? Mi risparmio l’elenco, non per paura di altre querele, ma solo perché sarebbe lungo, certamente le tante querele, non mi fanno né caldo né freddo, le minacce telefoniche e le lettere anonime ricevute in questi anni, non turbano la mia tranquillità e la mia coscienza, non svendo le mie idee e la mia cultura, i miei principi di onestà morale ed intellettuale.
Almeno una sola cosa ,mi permetto di citare: il colpo di grazia cui assistiamo oggi, all’inizio della stagione estiva, sono naturalmente le montagne di immondizie, le tonnellate di rifiuti, gli inceneritori fuori uso, il contagio dei delinquenti negli appalti della pubblica amministrazione, l’infarto delle istituzioni e la non credibilità dei protagonisti politici di Corigliano, dipingono un quadro tragico per l’intero territorio, purtroppo i rifiuti continuano ad essere lasciati abbandonati su Corigliano e non a Rossano, di fronte a questo quadro, a questo ritratto, ossia alle immagini che i cittadini incontrano e alle sensazioni che essi provano quotidianamente, si trovano ad assistere ad un vuoto, a personaggi e amministratori incapaci che non hanno mai conosciuto le gestione di una pubblica amministrazione, episodi che sembrano fatti apposta per gettare nello scoramento l’opinione pubblica,
A prescindere delle troppe cose che non funzionano, la Bellezza, la Cultura, la Storia, le Tradizioni, a Corigliano non possono essere cancellati, purtroppo, assistiamo ad una sorta di appiattimento, non si capisce bene se per complicità o per rassegnazione, anche perché è da decenni che i coriglianesi non hanno potuto scegliere alternative credibili: dalla destra e dalla sinistra, sono, purtroppo finite le gloriose battaglie di lotte, capeggiate dall’indimenticabile compianto Sindaco Architetto Gabriele MELIGENI, persona moralmente onesta e pulita di sani principi, vissuto sempre a fianco e in mezzo alla povera gente. Nessuno di questi loschi personaggi, né prima né dopo, ha mai pensato di intestarli una piazza, una strada, un semplice vicolo. “GRAZIE LADRI E DELINGUENTI”.
Con i tempi che corrono e con i soggetti che sono in circolazione nel campo di quello che resta della Politica, domani non sarà un altro giorno bensì sarà sempre lo stesso, se non peggio.
Storie di uomini e di donne, di politica e di malapolitica in cui a Corigliano è infiltrata ovunque nelle consorterie del malaffare, nei gangli dell’economia, storie vere, intrise di disperazione ma anche di speranze, poveri personaggi eletti con scarsa qualità e competenze professionali, pertanto gli ignoranti politici di Corigliano, si circondano di incompetenti e di inadeguati dirigenti tecnici.
A Corigliano, per lunghi anni e per tanto tempo abbiamo assistito a politici CORROTTI che hanno pensato ai propri loschi affari individuali e familiari, assumendo per chiamata diretta i propri congiunti e i propri amici degli amici, siamo ritornati indietro negli anni sporchi del sistema clientelare della Democrazia Cristiana, dove venivano assunti i cosiddetti “FIGLI DI PAPA’, senza aver mai conosciuto e partecipato ad un concorso pubblico, a danno della povera gente. E’ così che il voto di scambio diventa “struttura democratica” che uccide la libertà e la partecipazione. E’ così che la malapolitica saccheggia la speranza, perdere il valore delle aziende agricole e le potenzialità turistche, distrugge il futuro, E’ così che la malapolitica saccheggia il lavoro, l’agricoltura, lo sviluppo, il vivere e il sopravvivere; Corigliano ha bisogno e necessità di produrre dignità e moralità politica, se vogliamo dare un futuro ai nostri figli dobbiamo decidere che la nostra casa, quella da difendere, da tutelare, da salvaguardare è la nostra Città di Corigliano e non la FUSIONE NELLA CON-FUSIONE.
Prof. Giovanni FERRARI
Docente Universitario