Con la scelta governativa di individuare nel porto di Corigliano la zona d’accoglienza di questa nave “quarantena” di cui tanto si sta discutendo nelle ultime ore, ci ritroviamo a dover difendere il nostro territorio, come pochi anni fa abbiamo dovuto fare contro il tentativo di costruire nel nostro porto un hot spot d’accoglienza migranti che, per fortuna, fu poi, scongiurato.
La cosa che ci lascia alquanto perplessi , è che il governo centrale, anziché preoccuparsi seriamente della questione “migranti” e del controllo degli arrivi, continua a permettere sbarchi in pieno periodo a rischio pandemia.
Partendo dal fatto che lo stesso governo ha voluto prorogare lo stato d’emergenza fino al 15 ottobre, temendo, quindi, il rischio dell’arrivo della seconda ondata, come si può ritenere sicura la nazione non regolando il continuo arrivo di migranti? Come si può pretendere che sulle nostre coste si continuino ad accogliere persone in arrivo da zone in cui il virus si sta manifestando ora?
È inutile ribadire quanti sacrifici sono stati fatti dalla popolazione dei coriglianesi e rossanesi, e dei calabresi tutti, restando chiusi in casa per evitare la diffusione del virus e quanto grande sia lo sconcerto di gran parte dei cittadini nell’apprendere che la nave quarantena debba sostare proprio nelle nostre acque, indifferenti dal fatto che non abbiamo ospedali attrezzati per una eventuale emergenza, che non abbiamo la sicurezza che chi viene ospitato in nave non voglia allontanarsene scendendo a terra, che lo stesso porto non ha corrente elettrica e che l’unità sanitaria locale si è già espressa negativamente poiché impreparata e deficitaria delle risorse appropriate .
Noi, a Corigliano Rossano, non abbiamo centri Covid.
Non abbiamo nemmeno un laboratorio che possa garantire l’analisi dei tamponi.
E non abbiamo le risorse che altri porti potrebbero garantire agli stessi.
Qui a Corigliano Rossano vorremmo gioire di una sosta di un treno veloce, vorremmo spostarci con serenità ed efficienza come avviene in gran parte della Calabria, vorremmo che del nostro porto se ne parlasse come di un punto nevralgico turistico, piuttosto che giocare in difesa dello stesso quando viene individuato come essenziale per questioni di emergenza e di accoglienza.
Abbiamo anche noi bellissime zone da offrire allo sguardo dei visitatori, un mare bellissimo e coste sabbiose che solo lo Jonio può offrire, monumenti storici e valli naturalistiche incontaminate; ci aspettiamo, perciò, considerazioni diverse e opportune infrastrutture che possano promuovere l’area Jonica come merita.
E allora, come associazione sempre attenta e vigile a tutto quello che compete la sfera sociale del territorio, non possiamo non far fronte comune con il nostro Sindaco Flavio Stasi che sta cercando in queste ore di scongiurare l’arrivo e la sosta della suddetta nave.
DELFINEA
Associazione Socio Culturale e Ambientale.