Il PM formalizzerà ai Medici di Corigliano le accuse per malasanità nei confronti della bimba e della madre.
Lo ha deciso il Tribunale penale di Castrovillari, lo ha messo nero su bianco il G.I.P. Letizia Benigno rigettando l’archiviazione proposta e disponendo al PM di elevare agli imputati l’imputazione per omessa diagnosi di infezione da citomegalovirus, omessa somministrazione di terapia idonea e procurata prematurità natale.
Ordinanza Giudice
In altri termini, il Giudice ha ordinato al PM di contestare ai medici di Corigliano l’accusa di non aver diagnosticato il citomegalovirus su Giulia e sulla madre Maria, di non aver poi sottoposto la bimba a nessuna specifica terapia e per giunta di averla fatta nascere con oltre un mese di anticipo senza alcun motivo: con l’esito, ormai tristemente noto, che la bambina ha riportato danni gravissimi e permanenti.
Un passaggio decisivo, fortemente cercato dalla famiglia Montera e dai legali Avv. Massimo Micaletti, del Foro di Teramo, e Giovanni Zagarese, di Rossano Calabro, assistiti da Consulenti di parte di chiara fama nazionale quali Marina Baldi, Genetista, Giacomo Macucci, Neurologo, e Deborah Gravili, Ginecologa, e raggiunto dopo oltre sei anni di indagini preliminari ed accertamenti medici che hanno visto impegnati ben quattro consulenti dell’Autorità Giudiziaria.
Correva il 30 marzo 2010 quando a Corigliano Calabro nasceva Giulia Montera: non fu un giorno di festa per la famiglia ma l’inizio di un dramma che dura ancora. Tutti i Medici si dichiararono da subito incolpevoli e pronti addirittura a scrivere in cartella clinica, contro ogni evidenza, che la neonata era venuta al mondo in discrete condizioni di salute. Le infermità gravissime che la bimba presentava erano dovute – dicevano i medici – a trasmissione da parte di papà Gabriele, che è invalido ma per patologie completamente differenti da quelle che hanno colpito Giulia e non serviva certo un medico per comprenderlo. Quanto fango è stato gettato su papà Gabriele Montera in questi anni! Per i medici, oggi imputati, se Giulia era cosi’ la sola colpa era di papa’ Gabriele: non bastava per un padre la tristezza di una figlia che non piange, non si muove, non mangia e si aggrava, si è ritenuto anche di caricarlo di colpe che egli non ha mai avuto, arrivando ad attaccarlo nelle sedi di Tribunale come unico colpevole dello stato della figlia. Non era bastato far soffrire una madre per avergli rubato la figlia dal grembo un mese prima bensì bisognava anche inveire contro suo marito come colpevole dello stato di fatto; non era bastato dare ad un fratellino minorenne una sorellina diversamente abile ma bisognava colpevolizzare il padre. Eppure, Gabriele Montera e Maria Lauricella non si sono arresi, non hanno mai arretrato di un passo, anche quando per la seconda volta il PM aveva richiesto l’archiviazione del caso e chiunque si sarebbe messo l’anima in pace, rassegnandosi ad assistere tutta la vita una figlia così fragile e eppure così amata, col cuore straziato dalla convinzione che, se fosse nata altrove e non a Corigliano, sarebbe nata sana.
Il 12 dicembre 2016 è però una data importante in questa vicenda ed è stata scritta dalla giustizia italiana e finalmente anche nelle sedi giudiziarie prende sempre più consistenza la tesi che i Montera hanno sostenuto dal primo momento in cui si sono ritrovati in braccio una bambolina inerte e silenziosa che per i Medici avrebbe incredibilmente dovuto essere perfettamente sana alla nascita: Giulia Montera è vittima di mani umane in camice bianco, il Guido Compagna di Corigliano ed i medici che hanno tenuto in cura la Signora Maria Lauricella prima, durante e dopo il parto, e la piccola Giulia al momento della nascita e nelle ore successive al parto hanno sbagliato.
Papà Gabriele Montera non può certo gioire di questo sviluppo. Ogni volta che in un procedimento per mala sanità emergono forti elementi a sostegno dell’errore medico, per i cari dal paziente non c’è gioia perché è la prova che il loro caro – in questo caso, una bimba appena nata – ha perduto per sempre la salute non per un fatto naturale ma per la colpa di qualcuno che invece avrebbe dovuto proteggerla e prendersene cura. Tuttavia Montera può finalmente sfogarsi: “E’ stato un incubo, ma ho sempre creduto nella giustizia. Hanno ucciso mia figlia, mi hanno infangato come uomo e come padre additandomi come colpevole dello stato di salute di mia figlia, sono stato costretto a lasciare la mia terra per provare a curare mia figlia, ho dovuto ascoltare interviste dove chi oggi sta per essere formalmente accusato di fatti gravissimi sosteneva la propria innocenza. Non e’ stato facile, spesso ho pianto guardando mia figlia e dicendole <<Perdonami ma non sono stato io anche se tutti mi danno torto>>. Ho sempre creduto nella giustizia e sono sempre stato certo che un giorno la verità sarebbe emersa. Anche senza soldi ho chiesto l’elemosina, ma ho portato mia figlia nei migliori centri italiani e continuo a farlo. Vivo per lei e non mollo, seppur non mi hanno permesso di farmi conoscere da lei, di farmi chiamare papà, di accompagnarla al primo giorno di asilo o di scuola. Non mi hanno permesso di darle un futuro normale: Giulia non vede, non sente, non parla, non si muove. Hanno ucciso una bambina che però è bellissima, ed io a lei come padre devo la verità. E la verità si avvicina“.
PALERMO 14-12-2016