Fernando Martins, questo è il suo nome da battesimo, conosciuto da tutti come Sant’Antonio da Padova, portoghese di nascita, italiano d’adozione. Antonio, in una speciale classifica, risulta il santo più venerato al mondo, riconosciuto da tutti come “il Santo”. Protagonista anche di un “record” speciale visto che la sua canonizzazione è avvenuta ad appena un anno dalla sua morte.
Milioni di pellegrini, ogni anno, si recano al Santuario di Padova per chiedere la sua potente intercessione, sostare in preghiera davanti i suoi resti mortali e davanti la sua lingua, ancora incorrotta, dopo diversi secoli, quella lingua che ha proclamato il Vangelo a tanti uomini e donne del tempo e che, ancora oggi, continua a “parlare” al cuore dei suoi figli spirituali. Sant’Antonio, caro anche alla devozione dei coriglianesi, visto che da sicure fonti storiche è stato, per un lungo periodo, Patrono della Città di Corigliano. Insomma, un amico speciale anche per noi, per questo territorio, per chi, appena arriva al Centro Storico, alza lo sguardo verso la Chiesa dedicata al santo padovano, l’unica, in zona, dotata di una cupola e realizzata sul tipo di cupole partenopee rivestita di maioliche vietresi. Caro Sant’Antonio scusami se ti ho disturbato, “metti” una buona parola, anche tu, perché questa terra ha bisogno di una “raccomandazione” dall’alto. Non permettere che chiudano i reparti dei nostri ospedali, guarda i pendolari e quelli che quotidianamente attraversano la “106”, tornare a casa dopo aver fatto quel tratto di strada sembra essere diventato un “miracolo”. Guarda gli amministratori di questo territorio e ricorda a tutti che l’impegno per il bene comune è l’unica cosa che conta. “Si quæris miracula”… W Sant’Antonio!
francesco caputo