Salvatore Iacoi è un cittadino italiano residente a Rossano. È un ispettore, oggi in pensione, della Polizia di Stato. Una persona perbene. Ancor più perché insieme a noialtri è tuttora imputato presso il Tribunale di Salerno per avere assieme – secondo l’accusa – diffamato a mezzo stampa un magistrato nel 2011 in servizio presso l’ex Tribunale di Rossano. Ma questa è un’altra storia. Quella di cui siamo costretti ad occuparci oggi è – invece – nientepocodimenochè una storia di censura. La censura d’un libro.
Messo all’indice dei libri proibiti addirittura da parte d’un ente pubblico d’uno Stato laico, il Comune italiano di Rossano, come nel 1571 quando Papa Pio V istituì in seno alla Chiesa quell’apposito organismo che aveva il compito d’esaminare le opere d’ingegno sospette d’essere nocive alla religione, un’istituzione che s’accanì in particolare contro la stampa, iscrivendo nell’“Indice dei libri proibiti” quelli che riteneva pericolosi o dannosi per la fede e per la morale di cui pertanto vietò la lettura, la vendita, la traduzione e la detenzione, oggi prerogativa del Sant’Uffizio.