Era stata querelata e trascinata in tribunale in un processo per diffamazione, per un articolo pubblicato il 28 ottobre 2018 sul quotidiano Il Tempo, allora diretto da Gianmarco Chiocci, oggi direttore del Tg1.
Dopo 6 anni dai fatti, la giornalista Elena Ricci è stata assolta nella giornata di oggi dal Tribunale penale di Roma, nella persona del giudice Alfonso Sabella.
Alla giornalista, difesa dall’avvocato, professore Antonello Madeo, sono state riconosciute le prerogative costituzionalmente garantite ai cronisti di giudiziaria, tra cui diritto di cronaca e critica giornalistica, motivo per il quale il giudice ha pronunciato sentenza di assoluzione perché il fatto non costituisce reato.
Per le sue battaglie, per la sua ostinazione e per la sua ferma condanna nei confronti dei processi mediatici agli appartenenti alle forze dell’ordine a strenua difesa della presunzione di non colpevolezza, la Ricci ha pagato il suo scotto con la giustizia affrontando anni di processo.
Un ottimo risultato per lo studio legale Madeo, il cui titolare, professore avvocato Antonello Madeo, di Corigliano Calabro, ha spiegato con forza quelle che sono le prerogative dei cronisti di giudiziaria che riportano gli atti processuali.
Il professionista calabrese ha ricevuto anche le congratulazioni del sindacato di Polizia di Stato Mosap che ha da sempre appoggiato le battaglie della Ricci, affiancandola in quella processuale, mettendole a disposizione il suo studio legale con l’avvocato Antonello Madeo.
«Non avevamo dubbi sull’esito del processo – commenta Fabio Conestà, segretario generale del Mosap – così come non avevamo dubbi sul fatto che il nostro avvocato Madeo facesse luce e facesse emergere ancora una volta, quelli che sono i diritti e i doveri dei giornalisti. Questa – prosegue Conestà – è una sentenza importante per tutti i cronisti di giudiziaria che spesso finiscono alla sbarra solo per aver riportato nei loro pezzi le verità degli atti processuali, così come alla fine ha fatto la Ricci a cui va il nostro abbraccio».