Arriva un momento nel quale le cose devono essere chiamate col nome più consono. In questo caso, chi scrive di meglio non ne riesce a trovare, al bando da retorica e formalismi, che quello di definire un’autentico schifo l’ultima vergogna, in ordine di tempo, in materia di sanità locale: la chiusura del pronto soccorso di Corigliano.
Accade così che nella serata di ieri, intorno alle 22, si verifichi uno dei primi casi di tale sciagurata decisione: un ragazzo 17enne residente in loco con la sua famiglia (personalmente conosciuti dall’autore di questo articolo), in modo del tutto accidentale, mentre stava difatti per tagliare il pane, si è ferito gravemente ad un dito. Un errore di distrazione come può capitare a chiunque, ma che ha causato nel giovane comprensibile dolore e tanto legittimo spavento nei suoi genitori, anche per la notevole quantità di sangue frattanto fuoriscito dal dito tagliato.
Il papà del ragazzo, a questo punto, prende il figlio e scappa in auto al pronto soccorso dell’ospedale “Guido Compagna” di Corigliano. E qui arriva la doccia fredda: il pronto soccorso è chiuso (poiché appunto aperto solo dalle 8 alle 20), alcuni infermieri avvertono l’uomo che il ragazzo lì non può essere curato e occorre pertanto recarsi al pronto soccorso dell’ospedale “Nicola Giannettasio” di Rossano. Il genitore, già preoccupato di suo, è quindi costretto a risalire in auto col figlio, che nel frattempo continuava a provare tanto dolore e a perdere sangue; una volta giunto a destinazione, il 17enne ha ricevuto le cure del caso, tant’è che la ferita, dopo essere stata medicata, è stata “cucita” con ben cinque punti di sutura.
Il ragazzo adesso è a casa, amorevolmente accudito dalla sua famiglia, a giusta ragione sdegnata per quanto accaduto. Com’è possibile, si chiedono i genitori e non solo loro, che dalle ore 20 e fino alle 8 del mattino successivo il pronto soccorso di un’area urbana come quella territorialmente e demograficamente vasta e importante di Corigliano sia chiuso? Cosa può giustificare il fatto che ci si debba spostare nella vicina area urbana di Rossano? E se al posto di un dito tagliato si presenti situazione ben più grave che renda impossibile, per questioni di logistica ma soprattutto di tempistica, effettuare questo “tour” tra un ospedale e l’altro della città? Una scelta scellerata, questa di chiudere il pronto soccorso e lasciare le migliaia di persone residenti a Corigliano nelle ore serali e notturne in balia del loro destino; fatto già di per sé inaccettabile e ancor di più in piena emergenza sanitaria. Ogni ulteriore commento è a dir poco superfluo.
Fabio Pistoia