Riaprite le porte alla città unica di Corigliano Rossano
L’AIC, l’Istituto di “ nuova generazione” proclamato dalla Regione Calabria con laLegge Regionale 18 Maggio 2017, n. 18, ovvero “ Autorità Idrica della Calabria, ente pubblico non economico rappresentativo dei comuni della Calabria tutti ricadenti nell’ambito territoriale ottimale”. In data 17 Marzo 2018 si è proceduto alle votazioni ove i sindaci della Calabria hanno eletto i 35 comuni costituenti l’assemblea dell’AIC.
I due Comuni di Corigliano Calabro e Rossano, ancora non fusi, hanno votato separatamente a mezzo dei rispettivi sindaci, Giuseppe Geraci e Stefano Mascaro.
Con comunicazione del 15 Marzo 2018, la Regione Calabria ha indicato le “ nuove disposizioni” per i Comuni di Corigliano e Rossano, ossia “ in considerazione dell’imminente fusione dei Comuni di Corigliano Calabro e Rossano qualora fossero eletti uno o entrambi, sino al completamento dell’iter di fusione – da ritenersi concluso con l’elezione dei nuovi organi di amministrazione (ovvero sino alle elezioni politiche amministrative previste nel 2019) – in seno all’Assemblea dell’AIC subentrerà da subito il primo o i primi dei Comuni non eletti”.
La Regione e i suoi consiglieri che tanto si sono prodigati sulle positività delle fusioni, come primo atto in prossimità della fusione, qualora eletti, escludono la città unica di Corigliano – Rossano dall’Assemblea e sino alle elezioni amministrative previste nel 2019.
Ma la cosa che lascia sbigottiti – a seguito di accesso agli atti all’AIC- dai verbali delle votazioni, la prova documentata che l’ex sindaco Geraci non ha votato la sua città. Dai verbali emerge: la presenza del sindaco G. Geraci, ex sindaco della città di Corigliano Calabro, i seguenti suffragi, per i Comuni di Fascia A della provincia di Cosenza, zero voti per Corigliano , San Giovanni in Fiore 2, Rende 1, Paola 1, Montalto Uffugo 1, Acri 1.
Se la matematica non è una opinione è palese il voto dell’ex sindaco della città fusa di Corigliano Calabro.
Se il sindaco della città di San Giovanni in Fiore, città del Presidente Oliverio, non ha diritto a due voti solo perché la comunità del Presidente della Regione, il voto mancante a Corigliano è, di certo, finito in “tasca” a San Giovanni.
Viene da chiedersi il perché un sindaco non vota la sua città e vota quella del Presidente Oliverio. Viene da chiedersi perché un sindaco di destra sostiene una cittadina del Presidente Oliverio PD.
Quale oscure motivazioni possono esserci per fare optare un sindaco a non votare la sua città, ovvero se stessi.
Arriva dalla iniziativa privata quella di richiedere alla Regione e al Suo Presidente, alla luce dell’impropria esclusione della città unica di Corigliano – Rossano, di riesaminare la costituita Assemblea AIC.
In applicazione dell’art. 118 comma 4 della Costituzione considerare la sussidiarietà come il coinvolgimento della “forza sociale” nella gestione e nella offerta dei servizi di utilità generale ed aprire le porte dell’AIC anche alla città unica e ai suoi cittadini di Corigliano – Rossano, bannati e traditi dalla politica locale e da quella Regionale.
Graziella Algieri