I fatti risalgono al gennaio 2013 allorquando G.P.M., pregiudicato, unitamente ad altre due persone, sequestravano e pestavano brutalmente V.G.. La vittima veniva attirata con l’inganno all’interno dell’’abitazione del G.P.M. ed ivi costretto a subire una violenta aggressione perpetrata anche con una mazza, a seguito della quale riportava fratture, ecchimosi, contusioni per le quali si rendeva necessario un intervento chirurgico.
L’aggressione sarebbe stata consumata per motivi di gelosia in quanto la vittima era sospettata di avere una relazione con la moglie di G.P.M.. In data 8 marzo veniva sentito innanzi al Tribunale di Castrovillari V.G. il quale, rispondendo alle domande del P.M. Francesco Calderaro, ha ricostruito attimo per attimo i momenti della violenta aggressione subita dichiarando di aver temuto per la propria vita in quanto il G.P.M. gli riferiva che l’avrebbe ammazzato e che non gli avrebbe fatto più rivedere i figli. Il Pm Calderaro all’esito della escussione della parte offesa chiedeva al Giudice di voler contestare all’imputato non più il reato di lesioni aggravate bensì quello più grave di tentato omicidio. All’esito della camera di consiglio il Tribunale accoglieva la richiesta formulata dal pm e rimetteva gli atti alla Procura della Repubblica.