Da qui a breve rappresenterà in Consiglio comunale l’ala dei Gentile proprio mentre Dima annuncia l’autosospensione dei “suoi” circoli dal partito
Addio “Corigliano Domani”. Già, perché dopodomani la consigliera comunale di Corigliano Calabro Elvira Campana si posizionerà nel partito del Nuovo centro destra, il partito di Angelino Alfano ma – a queste latitudini e per Elvira Campana – soprattutto il partito di due “ras” cosentini: i fratelli Tonino e Pino Gentile, il senatore e l’assessore regionale.
Oggi, ufficialmente, la consigliera dichiara di rappresentare «l’intera comunità coriglianese» e di esercitare le sue funzioni «senza vincolo di mandato perché – ricorda ai suoi “ex” di “Corigliano Domani” – i motivi di decadenza o dimissioni piuttosto che dettate dalla simpatia o dall’antipatia sono indicate dalla legge».
Elvira Campana torna a polemizzare coi rappresentanti del suo ex movimento civico: «nessuna posizione è stata da me in Consiglio comunale mai espressa se non prima discussa e concordata all’interno del movimento: v’è stata dunque sempre coerenza coi programmi, con le idee e con gl’impegni assunti in campagna elettorale, e con tutti i limiti propri della persona continuerò a rappresentare tutti i cittadini di Corigliano Calabro e darò voce ad ognuno di loro».
Da oggi Elvira Campana è un monogruppo “autonomo” in seno al Consiglio comunale in attesa dell’ufficializzazione del suo ingresso nell’Ncd.
Ed è proprio qui che s’aprirebbe per lei un problema di “convivenza” politica coi sei consiglieri ufficialmente “civici” ma di fatto iscritti all’Ncd, lo stesso partito ma stavolta con “ras” diverso e, soprattutto, locale: Giovanni Dima, sottosegretario regionale.
Un problema? Forse no. Vediamo.
Giovanni Dima infatti proprio oggi apre ufficialmente la “crisi” nel suo partito che “dialoga” col centrosinistra di Mario Oliverio per un’eventuale alleanza per le imminenti elezioni regionali: «Scarse partecipazione e condivisione alle principali scelte politiche degli ultimi mesi, troppa distanza dagli obiettivi e dai metodi condivisi – denuncia, e annuncia – i quaranta circoli del Nuovo centro destra della Sibaritide s’autosospendono perché serve un urgente chiarimento interno al partito regionale».
Giovanni Dima s’incunea ed insiste: «Deve far riflettere il fallimento progressivo d’un progetto che, soprattutto in Calabria, avrebbe dovuto e potuto muoversi su altre dinamiche e sortire ben altri effetti: così purtroppo non è stato. La partecipazione è stata vicina allo zero e la condivisione stata nulla, e sono proprio questi i motivi che hanno determinato la scelta inevitabile che già altri circoli nei vari territori calabresi hanno perseguito, vale a dire la strada dell’autosospensione».
Un “guazzabuglio” dunque – meglio noto come Ncd – dove presto s’arriverà alla “conta finale” e che potrebbe determinare l’uscita dal partito di Dima e dei “suoi” verso altri “lidi” politici di centrodestra. Vedremo…{jcomments off}