…E i capigruppo si adoperano nel maldestro di scaricare le proprie responsabilità su altri. Che tristezza signori cittadini!
In riferimento del Dissesto finanziario del Comune della Città di Corigliano Calabro, notizia, questa, diffusasi a seguito della convocazione del sindaco Geraci presso gli uffici della Corte dei conti, le critiche che piovono sul Palazzo di Città sono innumerevoli, oserei dire unanime tra i cittadini.
Non fosse altro che, in maniera più che esplicita, il giudice contabile, nel corso del succitato incontro, rammentava -almeno stando a ciò che gli organi di informazioni hanno riportato – al sindaco la critica di non aver presentato, in correlazione all’oggetto della convocazione, nessun documento utile a porre rimedio, o perlomeno a illustrare, in maniera formale con un documento apposito e circostanziato, il percorso programmatico che intendesse perseguire nel prosieguo dell’azione amministrativa. Alla luce di tutto questo, il rammarico, la delusione, la rabbia sono sensazioni naturali che affiorano, inesorabilmente, negli animi dei cittadini e tra i pensieri di tutti noi, perché tutto questo è non solo inaccettabile ma anche difficile da accettare. E quindi ecco che le critiche sono naturali. Ma dopo il danno anche la beffa e, con questo, mi riferisco alla incongruente risposta, fornita alle stesse critiche, dai capigruppo della Maggioranza consiliare che invitano, sostanzialmente, attraverso un laconico comunicato stampa, l’Opposizione a una maggiore cautela nell’esprimersi a riguardo di siffatta tematica ed esternando, di fatto, la mera difesa d’ufficio al sindaco Geraci. E per dare maggiore sussiego a questo maldestro tentativo, non ripercorrono fatti, atti e cronologia degli eventi, ma allegano la fotocopia del bilancio del Comune afferente l’annualità 2000/2001, cioè l’ultimo anno di amministrazione Geraci. Già in questo atteggiamento c’è un’implicita ammissione di colpevolezza, e cioè che i mali di Corigliano risalgono non ad oggi ma proprio a quegli anni al quale “la fotocopia fotostatica” allegata al già menzionato comunicato fa riferimento. E non può che essere così. Tuttavia, a seguire il loro ragionamento, sempre per discolpare il Sindaco Geraci dalle presenti e passate responsabilità politiche, ci viene da sorridere. Perché è vero che Geraci quando ha lasciato la “guida” del Comune per andare a fare il Parlamentare, nel bilancio c’era un giacenza di circa 4 miliardi di vecchie lire. Ma è anche vero che Geraci, durante quei suoi due mandati, non solo ha sperperato 24 miliardi di vecchie lire che egli aveva, a sua volta ereditato, ma ha indebitato il Comune fino al collo e, ancora, non ha riscosso miliardi e miliardi di crediti, dello stesso Comune verso terzi. La fotocopia sventolata dalla maggioranza a mo’ di difesa del sindaco riportanti i 4 miliardi di giacenza ( che, diciamolo: e da più di 20 anni che, direttamente o indirettamente, influenza la storia politica e amministrativa di Corigliano) è solo il vano tentativo di distrarre la pubblica opinione verso qualcosa che è solo illusorio. Perché considerare solo il bilancio parziale, come il dato che in cassa c’erano all’epoca 4 miliardi di vecchie lire, e non considerare il Bilancio nel suo complesso significa solo far scendere la discussione a un livello molto basso che, per senso civico ed etico, oltre che per maturità non è proponibile. Se la vogliamo dire tutta, cari consiglieri comunali di maggioranza, allora dobbiamo dire che i mali di Corigliano risalgono proprio a quegli anni, quando si è amministrato il presente senza guardare al futuro, e così Corigliano, come ancora oggi sembra, è venuto su come un buon paesotto, per non dire un mero agglomerato di case, costruite senza un minimo di criterio urbanistico e il bilancio era una carta straccia da modellare alla meno peggio. Andate a vedere, cari amici, con un’analisi attenta e imparziale, dove ha origine la massa debitoria del Comune, da quando le casse comunali hanno iniziato a invertire il trend della riscossione dei tributi, da quando la falla del bilancio comunale, nel suo complesso, ha iniziato ha squarciare i conti; altro che giacenza di 4 miliardi di vecchie lire.
Cordialmente, Giuseppe C.