Sta per concludersi la seconda settimana di lezioni e, come era facile prevedere, nessuna notizia si ha sulla ripresa del servizio d’assistenza fisica. Anzi, con molta preoccupazione, apprendiamo che anche attraverso gli uffici dell’ASP si sta verificando se esistano le condizioni per ridurre gli utenti, termine tanto caro al liberale presidente Renzi ma dietro il quale si nascondono donne e uomini con le loro sofferenze, che avrebbero diritto al servizio d’assistenza scolastico.
A dire il vero, ma non può essere una giustificazione, in molti comuni, soprattutto del meridione d’Italia si stanno operando pesanti tagli su questo tipo di servizi. Questa è una scelta che, naturalmente, è tutta frutto dei pesanti tagli imposti dal Governo centrale alle amministrazioni locali.
Ripetere per l’ennesima volta che si sta operando in un regime scellerato, dove si tolgono diritti ritenuti indispensabili e si elargiscono ancora e nonostante tutto tanti, troppi, incarichi esterni, svilendo anche le intelligenze e le risorse del personale interno al Comune, rischia di diventare “noioso”. Purtroppo la noia viene meno di fronte a due fatti oramai chiari: da un lato il servizio non verrà ripristinato in tempi brevi; dall’altro, circa trenta donne, e sappiamo l’enorme difficoltà che, una donna ha nel trovare un impiego al Sud, stanno vedendo cancellati anni di sacrificio, formazione, impegno. Inutile ricordare che esisteva un impegno personale dell’amministrazione che è diventato vento nel vento.
Altro punto che credo sia importante chiarire. Il disabile ha diritto ad una serie di servizi, che vanno dall’assistenza fisica a scuola a quella domiciliare, che varia da caso a caso a seconda della reale condizione della sua patologia. In nessun caso non si può chiedere al soggetto che ne abbia diritto di optare per una o l’altra, ne tanto meno pensare di individuarne una più “importante” rispetto all’altra. Nel malaugurato caso che, qualcuno, pensi di “costringere” ad una scelta gli aventi diritto, è giusto tener presente che questo è una gravissima violazione della legge.
Non sappiamo dove questa amministrazione vuole arrivare. Non conosciamo quali siano i progetti che si pensa di attivare intorno al “volontariato”. Non conosciamo nemmeno il tenore dei rapporti e delle relazioni che vengono scambiate tra Regione e Amministrazione comunale. Sarebbe utile che si dicesse con chiarezza qual è la realtà situazione e qual è l’intenzione rispetto al servizio ed ai lavoratori. Sappiamo che, sicuramente, è inadeguato il modo con cui ci si pone rispetto a tutto ciò.
Noi continueremo a porre domande. Continueremo a chiedere che venga rispettato un diritto.
SEL Corigliano