Capita spesso, durante le nostre passeggiate, di incontrare cartacce, bottiglie, lattine, mozziconi di sigaretta e talvolta elettrodomestici, vecchi pneumatici o qualsiasi tipo di rifiuto abbandonato nell’ambiente, da molti considerato come un grande contenitore di spazzatura. Ogni anno vengono abbandonate nell’ambiente centinaia di tonnellate di rifiuti non biodegradabili.
I rifiuti biodegradabili sono sostanze organiche che possono essere degradate in composti più semplici dall’attività enzimatica di microrganismi decompositori. Quelli non biodegradabili, invece, sono prodotti per i quali i microrganismi non sono capaci di degradarli o necessitano di tempi molto lunghi. In questo tipo di rifiuti la degradazione avviene prevalentemente per via fisica, per azione dei raggi solari o per abrasione, ma il processo può richiedere tempi lunghissimi.
Vediamo alcuni esempi:
– Cartone di latte e simili: 1 anno
– Mozzicone di sigaretta: 5 anni
– Gomma da masticare: 5 anni
– Lattina di alluminio: da 100 a 500 anni
– Bottiglia, sacchetto, piatti e bicchieri di plastica, cartucce da caccia: da 100 a 1000 anni
– Contenitore di polistirolo: 1000 anni
– Bottiglia di vetro : 4000 anni
Ciò significa che quando gettiamo per terra la carta delle caramelle, il mozzicone di sigaretta o qualsiasi materiale non biodegradabile, saranno i nostri figli, nipoti e pronipoti a raccoglierla.
Tutto ciò che oggi abbandoniamo rimarrà per moltissimi anni nell’ambiente contribuendo all’inquinamento del nostro pianeta e gravando di conseguenza sulle forme di vita e sulle generazioni future.
Già oggi viviamo gli effetti dei comportamenti di chi ci ha preceduto. Non esistono spiagge, sentieri, boschi e fiumi dove non vi sono tracce di inciviltà.
Ciò che possiamo fare per aiutare l’ambiente è in teoria semplice:
dimostrare prima di tutto a noi stessi di essere persone civili.
Stella Algieri membro coordinamento Idm