Cittadini, protagonisti del cambiamento, in nome della tutela e della valorizzazione dell’immenso patrimonio artistico, culturale, religioso che la città di Corigliano Rossano può, a giusta ragione, vantare.
Con l’avvento delle celebrazioni religiose e civili nel centro storico riaffiorano ricordi e rinvigoriscono testimonianze legate alla figura e all’opera del Santo Patrono di Corigliano, San Francesco di Paola, a cui il popolo ausonico è legato da indissolubile devozione, ivi compreso, fortemente, quello residente stabilimente tutto l’anno, o in villeggiatura nei mesi caldi, nelle aree montane.
Era il 1987, difatti, allorquando l’imprenditore coriglianese Francesco Russo fece edificare, con sensibilità e spirito di generosità, nella località montana comunale di Piana Caruso, una Chiesa quale segno di fede e devozione per il Santo Patrono della città. Da allora, la Chiesa di San Francesco di Paola si erge lì, imperturbabile all’incedere del tempo e al mutamento delle abitudini della popolazione, pronta ad accogliere residenti e villeggianti.
Nel centro di Piana Caruso, quasi dirimpetto la villa comunale, questo simbolo della religiosità continua a rappresentare un punto di riferimento ed un baluardo. Chiesetta immersa nella mistica solitudine, luogo ideale per la contemplazione, tale da far sognare, in un domani non troppo lontano, la rinascita del borgo montano, un tempo fecondo e rigoglioso.
Ogni anno la caratteristica Chiesetta di Piana Caruso, nel mese di agosto, si riempie di fedeli soprattutto nella ricorrenza dei solenni festeggiamenti in onore del Santo Patrono e Protettore, denominati “San Francesco di Paola al Monte”, attese celebrazioni religiose e civili organizzate, con impegno e dedizione, dai Padri Minimi del Santuario-Parrocchia di San Francesco di Paola in Corigliano Centro con l’Arcidiocesi di Rossano-Cariati e il Comune.
La vita fugge, ma giammai cessano le vibranti emozioni che si provano nel solcare la porta d’ingresso della Chiesetta di Piana Caruso. Testimonianza di un’altra epoca che, a dispetto della caducità del tempo, continua a destare sensazioni e ricordi nelle menti e nei cuori di tanti concittadini.
37 anni sono già trascorsi dalla felice intuizione di regalare alla comunità intera tale simbolo di fede. Il nostro impegno, quali nuove generazioni, può e deve essere quello di perpetuare la storia della nostra città, con le sue icone di arte e religiosità, e valorizzare tutte le splendide località montane.
FABIO PISTOIA