Gli iscritti al PD, tutti sottomessi alla volontà degli azionisti più forti, mentre la città e il territorio sono finiti nel baratro della povertà assoluta sia a livello economico, produttivo e sociale grazie alla incapacità di politici improvvisati “di destra, di sinistra e di centro” che negli anni hanno scialacquato e regalato soldi pubblici per ingrassare loro, i loro amici e il consenso elettorale. Cosa diranno alle primarie i big del PD locale? Le solite cose, si cimenteranno ancora una volta alla tattica del tutti contro tutti o quella dell’aspettare il cadavere del nemico.
Anche questa volta sarà come sempre, si assisterà alla resa dei conti, i buoni(chi sostiene Pacenza?) da una parte ed i cattivi(chi sostiene il dott. Genova?) dall’altra. Come al solito vorrà dire che non hanno capito che questa tattica non paga, tanto questi si impiccano con la loro stessa corda. La cosa più saggia da fare è gestire il potere con saggezza e sforzarsi di mantenere le promesse che si dilettano ad elencare durante le primarie e nelle tante campagne elettorali, invece no, sono bravi a capovolgere e a falsificare la realtà, non si stracciano le vesti del vuoto politico e del malgoverno di tutti questi anni che ha confinato il territorio ed i cittadini alla miseria più nera, d’altronde, non c’è da meravigliarsi sono fatti così, attenti come tutti gli altri ai loro interessi ed impegnati a perpetuare la loro vita politica e quella dei loro referenti che a loro volta continuano ad arricchirsi alla faccia degli elettori di sinistra svenduti a Berlusconi, al governo delle larghe intese e delle tasse. Il guaio della sinistra locale sono loro, chi sta alla guida del PD, del come si gestisce e si è gestito il potere, simili a fighetti, a vanitosi nonostante le tante sconfitte politiche collezionate, l’ultima, la grande batosta alle amministrative continuano a farsi belli e trincerarsi dietro la loro retrograda arroganza come fossero il padreterno e per questo legittimati da loro stessi a guardare gli altri dall’alto in basso, come non bastasse, a peggiorare le cose è il correntismo asfittico tutto interno al PD locale che grazie alla variegata composizione: ex comunisti pentiti che convivono con ex democristiani riciclati e socialisti nostalgici, tutti a loro volta incapaci a recepire il malcontento e crisi di valori, vivono dietro un vetro di cristallo per non sporcarsi le mani. Pur essendo stato in passato ed ancora oggi il PD il partito che negli anni ha avuto più rappresentanti politici sia a livello provinciale, regionale e nazionale non sono stati in grado di trasformare in realtà progetti e politiche che potessero sollevare Corigliano e il territorio dal degrado che oramai è cronico e che investe tutti e tutto a 360°. I big del PD locale simili a fossili, continuano a discutere delle solite chiacchiere, una fra tutte, come continuare a condizionare la vita politica locale. Sarebbe invece utile discutere e concentrarsi per esempio sull’assenza di servizi essenziali: assistenza domiciliare ai bisognosi, carenza di servizi come il trasporto di soggetti diversamente abili, un più capillare, efficiente e meno costoso trasporto pubblico nelle scuole; politiche mirate a stanare gli evasori dei tributi comunali, ammodernamento della macchina comunale, freno all’abusivismo edilizio, come fare fruttare il patrimonio del comune, incominciare a darsi da fare per l’acquisto di terreno dove poter allocare una discarica di proprietà del comune, con l’occhio rivolto a quanti soldi possa fare risparmiare ed incassare al comune da questa opera indispensabile, del come spendere e bene i soldi pubblici provenienti da tasse oramai insostenibili per le famiglie. Cosa ci si può aspettare da questi politici, la loro incapacità, la loro subalternità nei confronti dei vertici romani e regionali è proverbiale, ciò ha fatto si che non si affrontasse il futuro del territorio ”se non a parole”, del come rilanciare l’agricoltura e fare chiarezza in quel fiume di finanziamenti molte volte elargiti perché si è amico del politico di turno, mancanza di politiche atte ad attrarre investimenti produttivi nella zona industriale, lotta alla criminalità ed alla corruzione dilagante, un piano che mettesse in atto le procedure per la costruzione delle infrastrutture più urgenti: SS.106 – Aeroporto della sibaritide, una linea ferroviaria decente almeno per le merci visto che ci avete tolti anche quei pochi treni a lunga percorrenza, rilancio del porto, progetti per dare vita al turismo, riqualificazione dei centri storici, un piano per il riassetto idrogeologico ed ospedali decenti con servizi essenziali, almeno ci si evita di andare a morire fuori regione. Debbono recitare il mea culpa sia i politici di ieri che quelli di oggi, primo perché non si possono prendere a modello, secondo perché hanno abbandonato (vedi nota vicenda tribunale di Rossano), sfruttato ed umiliato il territorio rendendosi responsabili e complici della povertà che oggi più che mai attanaglia l’economia locale; e pensare che sarebbe bastato che almeno il 50% di questi progetti vedessero la luce per dare lavoro, dignità e benessere ai tanti disoccupati, ciò avrebbe significato di conseguenza anche benessere per le casse del comune. Qualcuno potrà obbiettare, a torto o a ragione, che queste sono solo parole, noi almeno, con tutta la scarsità di mezzi a nostra disposizione, a differenza di tanti altri (partiti e pezzi della società cosiddetta “civile”), che assistono passivamente al degrado politico, abbiamo ancora la voglia e il coraggio di denunciare la realtà, anche se i risultati tardano a venire, e se questo è stato possibile, lo dobbiamo ai mezzi di comunicazione che in tutto questo tempo benevolmente ci hanno supportati e sopportati con infinita pazienza.
Centro storico: un progetto per non morire. Luzzi Giorgio.