Assume ormai i contorni di un vero e proprio ‘caso’. È la questione afferente la disparità nella campagna di vaccinazione nei confronti dell’Associazione Volontari Ospedalieri (Avo) della città di Corigliano-Rossano.
Secondo quanto trapela, infatti, gli iscritti all’Avo dell’area urbana di Rossano sarebbero già stati sottoposti a vaccinazione, mentre quelli dell’area urbana di Corigliano (circa 28) no. Il motivo della mancata inoculazione dell’antidoto per debellare il Covid-19 sarebbe da ricercare in un diverso comportamento assunto dal personale sanitario preposto nelle due aree urbane del medesimo comune. A Corigliano ci si sarebbe attenuti alle disposizioni vigenti, e quindi non si sarebbe proceduto alla vaccinazione dei volontari Avo in virtù dell’assenza di rinnovo della necessaria convenzione con la struttura ospedaliera locale, mentre a Rossano si sarebbe proceduto ugualmente. Il quesito, allora, sorge spontaneo: perché, se i fatti trovassero conferma, non si è rispettata la medesima impostazione anche sul fronte bizantino, dando quindi la priorità ad alcune persone rispetto ad altre? Si auspica chiarezza da parte delle preposte autorità sanitarie (perché il Comune, in questo caso, nulla c’entra), per evitare discriminazioni soprattutto in un campo così delicato che attiene la tutela della salute.
Fabio Pistoia