Da piccolo visitavo anch’io il Circo Togni! Lo “visitavo” perché di fatto mi c’infilavo dentro passando sotto il tendone, come molti altri ragazzini del Centro storico di Corigliano. Un giorno successe che, con Alfonso Martino, sbagliammo “entrata” e ci trovammo di fronte ad un magnifico elefante che, incatenato dalla zampa, dondolava soffiando l’erba con la sua proboscide. Quello fu uno dei giorni più intensi della mia infanzia, un momento straordinario che ancora oggi ricordo con emozione ancora viva.
Più tardi, qualche tempo dopo, ebbi modo di sapere che quel mondo surreale era la testimonianza di una comunità complessa, di un nomadismo in cui veniva praticata l’antica arte circense. Certamente non l’arte più antica, quella appunto che, oggi sappiamo essere stata rintracciata nei graffiti e nelle piccole veneri , nell’arte paleolitica. Comunque sia, non è un caso che tra l’ Arte ed il Circo vi sia da sempre un contatto spirituale ed ancestrale. Difatti sono stati moltissimi gli artisti che hanno dedicato interi cicli pittorici ad acrobati, cavallerizzi, animali del circo, e clown. Certamente Pablo Picasso con il suo Periodo rosa, George Seurat e Marc Chagall con i loro “circhi”, questi sono tra i più noti ma in compagnia di molti altri, Ligabue, Botero, De Chirico, ect., omaggiarono con straordinari capolavori quel mondo fantastico, dove il sogno ancor oggi, diviene realtà attraverso l’illusione e la mimica di bravissimi artisti che con abiti, trucchi e maschere strappano emozioni e risate a grandi e piccini. Sono i clown! Queste maschere in fondo esprimono attraverso l’arte della recitazione quel che è l’uomo , quel che De Chirico ritrovò nel suo doppio , nel “ tempo” metafisico, e che Pirandello ne tradusse con il teatro gli aspetti introspettivi in maschere e volti. Non vi è da meravigliarsi, quindi, se il termine persona significa “maschera teatrale “, da cui, appunto, ne deriva il lemma personaggio. Non dovrebbe nemmeno sfuggirci che una straordinaria opera lirica , di fine’800,“Pagliacci” di Ruggero Leoncavallo, è tratta da un fatto realmente accaduto a Montalto Uffugo, vicino a noi insomma, e magistralmente recitata e cantata dal compianto Luciano Pavarotti. La invito, infine, direttore a vedere un bel film che io ebbi occasione, negli anni degli studi all’Accademia di Belle Arti, di vedere in un Cinema a Catanzaro (Der Himmel über Berlin) “ Il cielo sopra Berlino” di Wim Wenders del 1987, un’opera straordinaria che recupera una realtà intellegibile attraverso il linguaggio del surrealismo, indagando il sogno e l’oltre attraverso aspetti molteplici tra cui anche quelli del Circo. Un capolavoro che tutti dovremmo vedere e rivedere. Ora non so perché, ed in tutta franchezza , gentilissimo direttore Buonofiglio con tutta la bellezza dell’Arte che vi è intorno al Circo lei ha necessità di rappresentarsi dalla cintola in giù, ritenendo che sia di qualche funzione menzionare aspetti di basso profilo. Ritengo che Lei valga molto di più di citare una grandezza “penale”, di “manie”, di un fugace “rimaneggiamento”, e che la vita in fondo offra molte più occasioni per sorridere , una è il Circo. Sorrida!
Alfonso Caravetta