Figli di un dio minore. Sono i numerosi cittadini residenti in contrada Cardame, nell’area urbana coriglianese del comune di Corigliano Rossano, i quali, tuttavia, non si rassegnano ad un raccapricciante status quo e invocano risposte alle loro legittime rimostranze afferenti gravi problematiche che si trascinano ormai da tanto, troppo tempo senza soluzione di continuità.
“Siamo giunti ad un punto di non ritorno. Da mesi abbiamo chiesto l’intervento del Comune e degli altri enti preposti per la risoluzione di disagi che ci hanno di fatto impedito – dichiarano i residenti del quartiere – le più elementari condizioni di vivibilità. In particolare, nei pressi del ristorante “La Capanna del Pesce” e del supermercato “MD”, insistono due villette ad oggi completamente abbandonate e prive di qualsivoglia illuminazione, con erbaccia a dir poco alta, panchine divelte, ricettacoli di rifiuti d’ogni tipo. La problematica interessa la parziale illuminazione della zona e, nei tratti appunto al buio, v’è incluso anche questo ove sono situate le suddette villette, che da luoghi deputati al verde pubblico e alla socializzazione sono divenute, paradossalmente, luoghi di pericolo e sporcizia.
Analogo discorso vale per l’emergenza randagismo, da noi residenti più volte portata a conoscenza di uffici comunali, vigili urbani e autorità sanitarie perché la presenza massiccia e ormai quotidiana, a tutte le ore del giorno e della notte, di cani di tutte le dimensioni impedisce finanche di portare i nostri bambini a fare una passeggiata o a giocare per strada e negli spazi antistanti le rispettive abitazioni. La situazione è diventata allarmante e tali branchi di animali, contro i quali non abbiamo alcunché ma per i quali anzi invochiamo tutela e attenzione, ci fa vivere in uno stato di costante preoccupazione. Per tali problemi ci appelliamo ancora una volta al Comune – proseguono i cittadini – affinché contrada Cardame ritorni ad essere un luogo vivibile e degno di definirsi tale, all’insegna del rispetto, della pulizia, del decoro, della sicurezza. È forse chiedere troppo?”.
Fabio Pistoia