Contrada Bonifacio, comunemente denominata “strada del Macello”, è forse l’emblema del degrado che avvolge da anni il patrimonio storico-artistico cittadino. Dal Palazzo del Pendino (poi sede, dal 1931, del Mattatoio comunale e infine, negli ultimi anni, rifugio di cani randagi) alla Chiesa di S. Marco, a tante altre testimonianze del fervore religioso e dell’ingente presenza culturale di una Corigliano che fu.
Beni culturali ridotti a ruderi, che giorno dopo giorno, soggetti come sono allo scorrere del tempo e all’assenza di qualsivoglia intervento di restauro, si avviano all’inesorabile declino. Una scomparsa annunciata e silente che consuma tali gioielli incastonati nel verde e distanti pochi passi dal torrente Coriglianeto.
Un vero e proprio peccato, per cittadini e turisti, poiché si va colpevolmente cancellando la storia e la memoria della comunità; si perdono così, inoltre, importanti opportunità di valorizzazione e promozione dei luoghi che avrebbero certamente comportato positive ricadute occupazionali. Turismo e Cultura, si è detto e scritto innumerevoli volte, quali fari e speranze del territorio. Ma ad oggi, purtroppo, così non è.
Fabio Pistoia