Di loro abbiamo scritto pochi giorni fa. Sono le cosiddette “Lampadine”, ossia esponenti politici di differente estrazione politica confluiti in un nuovo grande soggetto, dalla suddetta originale denominazione, che punta a proporsi all’elettorato con programma e candidati in vista dell’atteso appuntamento con le urne della prossima primavera. Tra i principali promotori di tale sodalizio spiccano i nomi di Fabio Olivieri, Giuseppe Turano, Antonio Ascente, Aldo Zagarese, Pietro Lucisano, Angelo Caravetta, Rosellina Madeo, Natalino Chiarello.
Stimati ex consiglieri e assessori comunali, imprenditori, professionisti, giovani nello spirito e non solo secondo la clessidra del tempo, che hanno dato vita ad sempre più numeroso gruppo, rappresentante entrambe le aree urbane dell’ormai unica città di Corigliano Rossano.
La novità odierna, pur se frutto di indiscrezioni e pertanto priva del carattere dell’ufficialità, risiede nella ferrea volontà del gruppo delle “Lampadine” di giocarsi la partita delle amministrative senza tentennamenti e ripensamenti. Vi è infatti un netto rifiuto di cedere alle pretese di alcuni soggetti politici aderenti all’attuale “tavolo” delle trattative, ossia alla riproposizione dei soliti nomi della politica locale, nomi che avrebbero il sapore del vecchiume e non dell’auspicata novità. Se ricambio generazionale e programmatico deve esserci, questa la linea del movimento, non si può minimamente pensare di presentarsi al cospetto dei cittadini-elettori con volti protagonisti della politica degli ultimi anni. Urge il rinnovamento, dunque, nella forma e nella sostanza.
Il gruppo dirigente del movimento, sul punto, non sarebbe intenzionato a fare dietrofront. È una questione di principio. Se tale linea non venisse accettata dalle altre componenti, le “Lampadine” sarebbero pronte a correre in piena autonomia, svincolati da alleanze con i tradizionali partiti politici, e anzi, forte del proprio consenso, a farlo in perfetta sinergia con altri gruppi civici operanti sul territorio. Come dire: prendere o lasciare. Indietro non si torna.
Fabio Pistoia