Della preziosa presenza del Corpo Forestale dello Stato a Corigliano Calabro, e in particolare nella zona montana del territorio comunale, v’è più di una traccia. La storia della contrada Baraccone è intimamente legata a tale istituzione, tanto da conservare ancora oggi testimonianze di un recente passato.
Testimonianze dell’attività dai Forestali svolta, per decenni, in quest’area della montagna coriglianese: ne è esempio la Caserma, ormai dismessa e purtroppo inutilizzata, immersa in quel polmone verde che è il Baraccone. Ma anche testimonianze del fervore religioso e del profondo legame della comunità locale, quindi delle famiglie della contrada, con i Forestali stessi: verso la loro divisa, il loro lavoro, la loro presenza a tutela dell’ambiente, della flora e della fauna.
E così, nel 1980 iniziarono i lavori, in contrada Baraccone e tra le sue dolci frescure, di una chiesetta appositamente pensata per le esigenze spirituali dei residenti; lavori che terminarono nel 1985, tra l’unanime soddisfazione della popolazione e delle autorità religiose, civili e militari. L’edificio di culto, ad una sola aula di forma irregolare, risulta essere pavimentata in marmette ed è priva di decorazioni. Presenta una caratteristica facciata a capanna e, come ogni chiesa, è luogo di raccoglimento e simbolo di fede e devozione, che torna a rinnovarsi soprattutto in alcune ricorrenze, quali ad esempio nel mese di agosto per la Festa di S. Francesco di Paola al Monte.
La designazione dell’intitolazione della chiesa del Baraccone conferma il già detto profondo legame con i Forestali, poiché porta il nome di San Giovanni Gualberto. Scelta certamente non casuale. Difatti il Santo in questione, che si celebra ogni anno il 12 luglio, è il Patrono dei Forestali d’Italia. Proclamato nel 1951 da Papa Pio XII “Celeste principale Patrono presso Dio del Corpo Forestale”, ma anche di tutti i selvicoltori italiani (nel 1957 divenne anche Patrono dei Forestali del Brasile).
Brevi note storiche e curiosità sul Baraccone, frazione montana di Corigliano, che conserva intatta la rigogliosa vegetazione e la semplicità dei saperi e dei sapori tramandati da gente semplice e laboriosa, orgoglio della città e delle sue tradizioni.
Fabio Pistoia