Il perché della parabola discendente del candidato Geraci
Manca davvero poco al voto, appena qualche giorno, e tutto sarà deciso. Ma a differenza di quanto poteva sembrare, all’inizio di questa fase elettorale, tutto è ancora da decidere e chi, era sicuro di vincere le Elezioni, ora non lo è più. E da questa “tendenza”, che ha sede nell’opinione pubblica scossa da certuni misfatti emersi prepotentemente alla luce, c’è da ben sperare per il futuro della Città che rischia di restare ancora una volta, oggi, vittima e prigioniera dei suoi carnefici politici che l’hanno relegata al male, all’infamia che oggi la vede prostrata, ferita e sconfitta nel suo orgoglio.
Il favorito a vincere queste elezioni era l’on. Giuseppe Geraci, in molti individuavano in lui il sindaco giusto per esperienza amministrativa, per quella navigata esperienza politica che l’ha visto alla ribalta dello scenario politico, per molti anni. Dalla sua parte, c’è il vantaggio di essere un ex parlamentare, e quindi conosciuto su tutto il territorio, che gli dà una spinta maggiore e che gli altri candidati a sindaco invece non hanno.
Quest’opinione era diffusa e andava per la maggiore, dicevamo, fino a quanto molte cose erano rimaste ignote alla popolazione. Poi tutto è cambiato, l’umore dei cittadini, la voce che si è diffusa, la verità che si è rivelata, la recente storia che da’ sostegno ai “fatti” che sono sotto gli occhi di tutti, tutte queste cose, hanno fatto sì che l’orientamento generale dell’elettorato si spostasse verso altri “lidi”, verso altre possibilità e altri candidati a sindaci.
Il punto di svolta è stato quello della presentazione delle liste, dove effettivamente è emerso quello che in letteratura s’identifica nella figura del “cavallo di troia”, ossia il grande stratagemma ideato e creato, per arrivare alla vittoria finale. Ma qualcuno ha sbagliato i conti, perché i cittadini non sono degli sprovveduti, è così, anzitempo, hanno colto l’operazione “occulta”, che ancora oggi, nonostante l’evidenza delle cose, è negata dagli interessati, e così i potenziali elettori hanno preso le distanze dal quel progetto politico con tutta la diffidenza del caso.
E non poteva che non essere così, giacché se la Città è stata trascinata al punto dell’indecenza in cui oggi si ritrova è proprio perché qualcuno ha permesso, con la propria azione politica, che ciò avvenisse materializzandosi tragicamente.
Ci sono nomi e cognomi. E questi stessi nomi e cognomi che hanno determinato la storia dello scioglimento degli Organi comunali e il loro relativo commissariamento, in maniera diretta o per mezzo di altre persone, trovano, ancora oggi, espressione in una sola parte politica, quella che continua a negare la verità; quella stessa verità che è nelle cose, nelle vicende politiche di quella ormai disciolta ex maggioranza Straface transitata, sotto mentite spoglie, nelle liste civiche.
Il Governatore della Calabria e coordinatore regionale del PDL, Giuseppe Scopelliti, quando nei giorni scorsi è venuto in città non ha negato niente di questa verità, ha affermato, ove ce ne fosse ancora bisogno, di come stavano realmente le cose. Questi, ha parlato chiaro: ha ammesso, rispondendo a una specifica domanda di un cronista, che tra Dima e Geraci era stato raggiunto un accordo politico per le amministrative. Punto. Questa è stata l’ulteriore conferma, di quello che emerge dal leggere i nominativi di quelle liste, di un patto che si continua a dissimulare.
Niente di male in tutto questo, se non il fatto in sé che si continua a negare l’accordo Dima-Geraci. E questo conferma la malafede del patto ordito lontano da ogni chiarezza politica. E se un sindaco già prima di andare a fare il proprio dovere, non solo scende a tali compromessi politici, ma nega tutto ciò, quello che i massimi dirigenti dicono, ovvero quello che i fatti sostengono, allora la diffidenza verso quella parte politica aumenta, il discredito politico dilaga.
Se si considera che, oltre alla gravità di tutto questo, ci sono anche dei precedenti storici e politici, di questo tipo, e sempre per opera delle stesse persone, allora tutto diventa triste a antipatico. E sì! perché c’è chi ha permesso, con il proprio “voto”, fino all’ultimo giorno utile, il vivacchiare dell’amministrazione Straface portando, di fatto, il Comune allo scioglimento per infiltrazioni mafiose; e poi c’è ancora chi, nel religioso silenzio, di cui l’ex sindaco Geraci si vanta di aver mantenuto in quella situazione politica, ha aspettato l’infausto momento della morte che piombasse sulla città.
E allora, considerando tutto ciò, possiamo dare il governo di Corigliano a questi politici? Possiamo affidare la guida amministrativa della Città a questi soggetti che, politicamente parlano, affermano delle colossali ed evidenti bugie? Possiamo permettere che i politici, che hanno regalato a partire dal 2006 una serie infinita di commissariamenti del Comune, vadano ad amministrare quella Città alla quale hanno fatto tanto male? Possiamo votare, nel caso specifico, per il candidato Geraci che politicamente parlando, in questi anni, ha detto e fatto tutto e il contrario di tutto? Possiamo votare colui il quale ha barattato la propria candidatura con le cinque liste messegli a disposizione in nome di un “patto” politico finalizzato al mero Potere?
Qualcuno, qualche difensore d’ufficio che più volte su questo blog ha offerto i suoi prolissi sermoni a difesa di Geraci, obietta che dire queste cose è una calunnia, un’invettiva, o, ancora peggio bollando il tutto come demagogia di parte.
Non è così, ovviamente non è così perché si parla di politica e di fatti ben circoscrivibili nella realtà. E dire la verità, da che mondo e mondo, non è una calunnia ma un’opera intellettualmente onesta che, una comunità come Corigliano, merita, il popolo esige. Di fronte a queste operazioni politiche non si può restare in silenzio.
E fino adesso, in questa sede, abbiamo parlato esclusivamente di fatti e atti politici che, dalla loro parte, hanno fondamento nella realtà delle cose. Ci dicano, questi discettanti fautori di filippiche, scritte a mo’ di monologo, prive di ogni fondamento di verità, il contrario. Lo facciano, non scadendo nel vittimismo, con l’artificio della retorica ma mostrando, a differenza del solito, elementi utili e individuabili nella realtà dei “fatti cittadini”, o sennò, ancora, lo facciano spiegando alla Città il perché di questi compromessi politici.
E se a suggello di questa cronistoria diciamo, alla luce di tutto ciò, che il candidato G. Geraci per arrivare al potere sta facendo di tutto, senza dimenticare le acrobazie politiche del passato, che lo ha visto passare da una parte all’altra degli opposti schieramenti politici, non si dice una falsità.
E allora ben vengano i suoi flop elettorali consumatisi nelle piazze, ben vengano le parabole discendenti di quei candidati che in nome del potere, nel segno del suo religioso silenzio professato e difeso come modello di vita politica, si affermano inesorabilmente. Meno male che ci sia la lucidità necessaria, tra i cittadini, per cambiare, con la propria opinione, tendenza a quello che sembrava un normale destino.
Perché chi ha delle responsabilità politiche, di tale inaudita gravità, pur avendo il diritto di partecipare alla competizione elettorale e di aggrapparsi sugli specchi di una qualsiasi scusa che calza il momento, non avrà, grazie alla peggiore e indegna strategia politica, la facoltà di raggirare il popolo. Anche perché c’è il passato che pesa, quello delle ultime elezioni che palesa l’amore disperato per la poltrona.
Infine, e concludendo, non si possono vincere le elezioni né con l’indegno patto politico, negato pur essendo evidente, e fatto, ordito tramato in notte in notte alle spalle della Città; e non si possono vincere le Elezioni eleggendosi, sui palchi, a vittima sacrificale, occorre altro per vincere le elezioni. Per esempio occorre parlare di programmi, di proposte, di futuro e non di passato, di nuove prospettive da raggiungere e non si presunti successi del passato. E chi dice, come l’on. Geraci parlando di programmi ha già fatto, che un giorno vuole chiudere il Mercato ittico e il giorno dopo afferma che si è sbagliato nel dirlo, smentendo quello che ha detto il giorno prima, e cioè che il Mercato ittico non lo chiuderà, dimostra o di non avere uno straccio di programma, o di essere confuso su quello che il sindaco avrà da fare, o di essere un’opportunista politico, o, forse, tutte queste cose insieme.
Corigliano Calabro 20.05.2013
Gruppo Spontaneo
Opinione Attiva